Il ciclo di lezioni del Centro Studi Religiosi intende riflettere sulle maggiori declinazioni che il concetto di bene comune ha assunto nelle diverse religioni, secondo un percorso di lungo periodo che ne discuterà i principali nodi storici e teorici, dall’antichità al mondo contemporaneo. Nel mondo antico, in cui religione e politica costituiscono un intreccio indissolubile in assenza dell’idea stessa di «individuo», è possibile ravvisare che un tema significativo come quello di cittadinanza è spesso deciso a favore della tutela e della preminenza della comunità – sia essa la polis greca o la res publica romana – sull’interesse individuale. È invece un’idea diversa di salvaguardia del bene comune quella che emerge dalla tradizione ebraica, in cui alla responsabilità individuale è affidato – anche attraverso l’incessante trascorrere del patto tra le generazioni – il compito della realizzazione di un mondo migliore, finalmente degno di accogliere la venuta del Messia. Si delinea così un’idea di responsabilità individuale verso il perseguimento del bene comune che ritroviamo lungo l’intera storia del cristianesimo, dall’ekklesia delle origini alla risposta degli ordini minori medievali alla nascita del commercio e del mercato, fino alla costruzione della dottrina sociale della Chiesa. Tale questione – intrinseca anche al concetto islamico di umma – non è inoltre estranea alle tradizioni protestanti che, riportando in primo piano la relazione diretta tra uomo e Dio, conferiscono un significato particolarmente importante al perseguimento e alla realizzazione della vocazione individuale quale risposta alla responsabilità di ciascuno verso la comunità e verso Dio. Si tratta tuttavia di una responsabilità che non riguarda i soli monoteismi occidentali. Nella tradizione induista, infatti, la tensione tra rinuncia al mondo e desiderio per il mondo si risolve nella consapevolezza che il compito di ciascun individuo è quello di realizzare al meglio il proprio compito terreno, un compito che a sua volta non è determinato dalla volontà individuale, ma è deciso dal ruolo che l’individuo riveste nell’ordine mondano. È tuttavia evidente che l’idea di comunità che generalmente presiede alla storia dell’interpretazione religiosa del bene comune è quella di una dimensione omogenea di vita, in cui la condivisione di cultura e religione rende la definizione di bene comune meno problematica di quanto non lo sia oggi, in società nelle quali è sempre più evidente la compresenza di culture e religioni diverse. Nel contesto contemporaneo, dunque, l’idea di bene comune non rappresenta più solo un’importante alternativa alla sclerotizzazione di un legame sociale ridotto al modello dello scambio economico, ma una vera e propria sfida etica che prevede la ricerca di un nuovo «stare insieme» fondato sulla dignità umana, la giustizia e la reciproca solidarietà.
Sullo stesso tema vedi anche il Seminario di cultura europea Bene comune. Tra politiche pubblice e culture religiose.
Le conferenze del ciclo Bene comune saranno trasmesse in diretta web sul sito: www.fondazionesancarlo.it
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di conferenze gode dell'accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (D.M. 18 luglio 2005). Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena. tel. 059/421237, fax 059/421260. csr@fondazionesancarlo.it www.fondazionesancarlo.it |