La modernità è l’epoca della giuridificazione del conflitto, della neutralizzazione dell’ostilità entro i confini dello Stato e della depoliticizzazione dell’amicizia, convertita in rapporto personale e privato tra individui. Questo almeno secondo la versione canonica filtrata attraverso la lettura dei classici moderni della politica. A considerarla nella filigrana delle sue innumerevoli particolarità, la storia della politica moderna ci parla però anche un linguaggio diverso, in cui stratificate lealtà permangono e si cementano con forme associative che continuano a produrre modalità (anche particolarmente intensive) di amicizia politica – e conseguentemente anche di ostilità. La lezione intende ricostruire alcune tappe di quel percorso che si snoda da Machiavelli a Hegel, avanzando alcune ipotesi in contro-tendenza con le più correnti assunzioni della storia dei concetti (Begriffsge-schichte).
Riferimenti Bibliografici
- AA. VV., Il concetto di amicizia nella storia della cultura europea, Merano, Accademia di Studi Italo-Tedeschi, 1995.*
- E. Berti e S. Veca, La politica e l’amicizia, Roma, Edizioni Lavoro, 1998.*
- G. Carnevali, Dell’amicizia politica. Tra teoria e storia, Roma-Bari, Laterza, 2001.
- J. Derrida, Politiche dell’amicizia, Milano, Raffaello Cortina, 1995.*
- R. Escobar, Metamorfosi della paura, Bologna, il Mulino, 1997.*
- C. Schmitt, Le categorie del “politico”, Bologna, il Mulino, 1972.*
- F.H. Tenbruck, Die kulturellen Grundlagen der Gesellschaft, Opladen, Westdeutscher Verlag, 1989.
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.