L'ora di religione nella scuola europea

Soluzioni e tendenze dell'istruzione religiosa

  • Flavio Pajer

    Docente di Pedagogia e didattica delle religioni - Pontificia Università Salesiana di Roma

  • lunedì 29 Aprile 2002 - 21
Centro Studi Religiosi

1°. L’estrema diversità di soluzioni offerte fino ad oggi al problema dell’istruzione religiosa scolastica nei vari paesi europei va inquadrata nell’intreccio di alcuni fattori oggettivi predeterminanti, quali:
– la geografia religiosa delle confessioni cristiane, le loro storie nazionali, l’emergenza di nuove presenze religiose;
– la tipologia delle relazioni tra stato e chiese: separazione, concordato, ‘religioni di stato’;
– il regime di libertà di insegnamento (scuola pubblica libera, statale…) e la struttura dei sistemi educativi (naz., regionali).

2°. Una duplice classificazione degli attuali corsi di religione:
a) secondo la loro base legale: 1. un Ir pienamente curricolare, in quanto garantito dalla Costituzione (Austria, Germania, Grecia, Irlanda), o reso obbligatorio per legge parlamentare (Belgio, Danimarca, Grecia, Inghilterra, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Olanda, Slovacchia, Svezia, Svizzera, Alsazia-Lorena, Turchia (per i musulmani); 2. un Ir parzialmente curricolare, nel senso che viene offerto obbligatoriamente dallo stato, ma scelto facoltativamente dai genitori o dall’alunno stesso (Italia, Cekia, Croazia, Malta, Polonia, Portogallo, Spagna); 3. attività extracurricolare, di natura pastorale, a iscrizione volontaria, collocata fuori orario scolastico (Francia, Ungheria); 4. assenza totale di Ir (Slo-venia).
b) secondo la natura del corso di religione e le sue finalità: 1. Ir confessionale per obiettivi, contenuto e gestione (Scuole confessionali in genere: catt. , evangeliche, ebraiche, coraniche; + scuole pubbliche:Grecia primarie, Irlanda); 2. Ir confessionale solo per contenuto materiale (Austria, Belgio, Germania, Italia, Lussemburgo, Malta, Spagna, Sv.italiana); 3. Ir pluri/trans-confessionale, oggettivo, a tendenza informativo-comparativa (Inghilterra, Olanda, Paesi scandinavi, qlc cantone CH); 4. insegnamenti aconfessionali, sia come materia comune obbligatoria per tutti (Brandeburgo dal 1996, Norvegia dal 1997, Vaud dal 1998, Canada fran-cofono dal 2000, proposte in corso in CH), sia come materia alternativa obbligatoria per chi non si iscrive a un corso confessionale (B, D, L, Lit, Slo, + “scuole eu-ropee”), sia come materia facoltativa (tentativo Spagna 2000, DDL 1.3.2002 in Italia), sia come “elementi di cultura (biblica)religiosa” integrati nelle normali discipline scolastiche (Francia).

3°. Le tendenze in atto nella generalità dei paesi europei:
a) emerge l’obiettiva necessità di rinegoziare le ragioni e le condizioni della presenza della religione nei curricoli scolastici: pluralismo crescente, fenomeno del sacro non istituzionale, incultura religiosa, fondamentalismi in agguato, derive etiche…);
b) la religione da problema pastorale delle chiese a problema di società (educ. ai valori comuni della cittadinanza europea);

c) evoluzione del profilo pedagogico-didattico degli Ir: da un’ottica apologetica all’approccio culturale; dall’area monoconfessionale al bi/trans-confessionale e all’interreligioso; dalla conoscenza storica al dibattito etico e all’approccio ermeneutico (“visioni della vi-ta”,”educazione ai valori”, “etica universale”); dal linguaggio teologico-catechistico alla narratività del testo biblico e di altri testi sacri; dall’isolamento di una disciplina Ir alla sua tendenziale integrazione nell’area disciplinare della formazione personale e sociale…
d) evoluzione dei concetti di laicità, scuola, cultura, pubblico/privato.

Riferimenti Bibliografici


- S. Berlingò, Libertà religiosa, pluralismo culturale e laicità dell'Europa, in Supplemento a «il regno-documenti», 3 (2002), pp. 41-50;
- A. Canavero - J.-D. Durand (a cura di), Il fattore religioso nell'integrazione europea, Unicopli, Milano 1999;*
- S. Ferrari, I. Iban, Diritto e religione in Europa occidentale, il Mulino, Bologna 1997;*
- C. Hagueneau-Moizard, Etats et religions en Europe, Presses Universitaires, Grenoble 2000;
- F. Massimeo - A. Portoghese - P. Selvaggi, L'insegnamento delle religioni oggi, Irrsae Puglia, Bari 1998;
- F. Massimeo - A. Portoghese - P. Selvaggi, Laicità e religioni nella scuola del 2000, Irssae Puglia, Bari 1999;
- F. Pajer, L'insegnamento scolastico della religione nella nuova Europa, Ldc, Torino-Leumann 1991;
- F. Pajer, Quale religione insegnare a scuola nell'Europa di domani?, in AA.VV., Cultura religione scuola. Atti del convegno internazionale del Trentino-Alto Adige e Provincia autonoma di Trento, FrancoAngeli, Milano 2000, pp. 106-145;
- L. Prenna (a cura di), Assicurata ma facoltativa. La religione incompiuta, Ave, Roma 1997, pp. 17-41;
- G. Robbers Gerhard (a cura di), Stato e Chiesa nell'Unione europea, Giuffré, Milano 1996.

Websites
www.cgilscuola.it/rubriche/insegnamento_della_religione
www.bologna.chiesacattolica.it/irc/archivio_agenzia_sir/agenzia_sir_000564b.html
www.geocities.com/Athens/Acropolis/4583/irceurop.htm

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

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