Parole al margine degli occhi

Il libro nell'opera di Claudio Parmiggiani 1968-2003

Festival Filosofia

La Biblioteca Poletti di Modena propone una mostra di circa quaranta libri d’artista di Claudio Parmiggiani realizzati dal 1968 al 2003.

Ripercorrere l’avventura che ha accompagnato Parmiggiani attraverso il libro come luogo di progettualità, significa partire dai suoi libri/oggetto, materiali da toccare e da guardare piuttosto che da leggere. Poema d’autobus, del 1967, è formato da pagine colorate di biglietti d’autobus; ogni pagina disegna tante piccole costellazioni. Il gesto più banale, un piccolo foro su un biglietto d’autobus fatto a forma di stella diventa costellazione, infinito, immagine mentale di uno spazio cosmico. Un altro libro/viaggio è 43 (Geiger, Torino 1968) le cui pagine riproducono nere impronte di scarpe ripetute sulla pagina bianca. Negli anni settanta Parmiggiani legherà le sue pubblicazioni alla esposizione di alcuni suoi lavori, come nel caso di «Deiscrizione», scultura vivente presentata in una mostra a Milano nel 1972, una figura umana seduta il cui corpo totalmente ricoperto di segni astrologici e astronomici e lettere di antichi alfabeti tiene nelle mani una tavola/libro totalmente bianca, vuota: è l’uomo che diviene lingua totale. Le opere nascono e vivono assieme alla scrittura che ne segue la rappresentazione grafico/visiva. Sono spesso libri realizzati in collaborazione con Mario Diacono per documentare opere/evento, contenitori, porte attraverso le quali entrare nel lavoro. Delocazione (1971), Malanngan (1972), Deiscrizione (1973), Dafnephoria (1974), Annunciazione (1975): libri tirati in 15 esemplari con una identica dedica sberleffo nel colophon: «Per la Società dei Consumi, che li consumi, che si consumi».

L’artista considera il mondo come una grammatica arbitraria di segni, e il linguaggio un luogo da abitare con libertà assoluta. La verità (non la bellezzza) è al centro della ricerca di Parmiggiani e resta sempre verità nascosta, enunciazione oracolare che accenna e non dice. In questo contesto la scrittura è terra da esplorare, scultura verbale, pura figurazione dello spazio, qui vive il dialogo combattuto e rifiutato di Parmiggiani che, scrive, «Attraverso le parole vedo innanzitutto le immagini».



Claudio Parmiggiani nasce a Luzzara nel 1945. Si forma presso l’Istituto d’arte Adolfo Venturi di Modena e negli stessi anni stringe un rapporto di amicizia con Giorgio Morandi, che lo influenzerà più in senso etico che stilistico, trasmettendogli, come farà più tardi il poeta Emilio Villa, il proprio modo di concepire l’arte nel suo rapporto con la vita. La prima mostra di Claudio Parmiggiani si tiene nel 1965 alla Libreria Feltrinelli di Bologna, dove vengono esposti oggetti e calchi in gesso dipinti. A partire dalla seconda metà degli anni ’60 nascono, in forme precoci e in modo originalmente autonomo, progetti ed opere che coinvolgono totalmente lo spazio. Sono degli stessi anni le Delocazioni realizzate per la prima volta alla Galleria Civica di Modena nel 1970, le primissime opere realizzate col fuoco, la polvere e il fumo che costituiscono una riflessione sul tema dell’assenza che tanto seguito troverà nel lavoro futuro dell’artista. Invitato a varie edizioni della Biennale di Venezia, le sue opere si trovano in musei e istituzioni artistiche di importanza internazionale.



La mostra proseguirà fino al 19 novembre con i seguenti orari:

Lunedì: 14.30-19.00

Dal martedì al venerdì: 8.30-13.00 e 14.30-19.00

Sabato: 8.30-13.00


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