Quarto e quinto secolo dopo Cristo: i deserti d'Egitto, di Siria, Libia e Palestina furono popolati dagli eremiti. Uno dei primi fu sant'Antonio, la cui vita è narrata da Atanasio.
I deserti allora erano pieni di visioni, di voci, di illusioni malefiche, in forma di animali, di belle donne condiscendenti, di oro, di applausi, carrozze, suoni di cornamusa eccetera, che si affollavano attorno al solitario e lo tentavano; nel senso che lo distraevano dalla sua ascesi.
Per qualche secolo il deserto fu un luogo di grandi battaglie invisibili; ogni monaco che vi risiedeva attirava folle di demoni e di fantastiche apparizioni. Così narra anche san Girolamo nella vita di Ilarione; e Palladio nella enciclopedica Storia lausiaca.
Il monaco concepiva la vita come una gara ginnica di resistenza (da cui i demoni volevano distoglierlo), resistenza al digiuno, al calore, al freddo, alle intemperie; resistenza in piedi sulla cima di un monte, o su una colonna (come il grande san Simeone, narrato da Teodoreto di Ciro), oppure in una gabbia strettissima, in una cassa, in una tomba; con sulle spalle un quintale eccetera. In queste gare i più specializzati erano in Siria.
Ermanno Cavazzoni