Ad assumere un ruolo decisivo è dunque il criterio dell’efficacia, dal quale scaturisce una interpretazione dell’agire morale attenta alla misurazione degli effetti, incentrata perciò su una valutazione realistica di ciò che essa produce nell’ambito della vita associata. Questa modalità di approccio non è esente da possibili equivoci. Il criterio dell’efficacia, quando è assolutizzato – come avviene quando ci si ispira a concezioni rigidamente utilitariste -, conduce a maggiorare l’importanza del risultato anche a scapito del necessario riferimento ai valori. Il giudizio morale viene, in questo caso, formulato secondo parametri di mera efficienza, che considerano soltanto la massimizzazione dei benefici e la minimizzazione dei mali. […] Il superamento di questi equivoci è strettamente dipendente da una corretta applicazione del modello teleologico, dalla capacità in altre parole di istituire una precisa correlazione tra fini e mezzi. L’autentico teleologismo non è machiavellico; non giustifica cioè l’uso di qualsiasi mezzo pur di raggiungere il fine; riconosce invece che il mezzo ha un indiscutibile spessore etico, che deve essere seriamente soppesato, e si limita semplicemente a sostenere la necessità di una vera proporzionalità. La correttezza morale di un’azione deve essere pertanto ricercata nel rapporto che si istituisce tra la bontà del fine perseguito e l’entità delle conseguenze negative derivanti dal mezzo utilizzato per raggiungerlo. Questo implica il riconoscimento di un sistema di valori gerarchizzato, la cui definizione rinvia a una antropologia che, lungi dal ridurre l’uomo a ciò che fa, si preoccupa piuttosto di ciò che è e di ciò che deve essere. L’efficacia non può coincidere, in questo caso, con l’utile immediato e tanto meno con la semplice soddisfazione del desiderio; coincide piuttosto con l’autentica promozione della persona in tutta la ricchezza delle sue componenti strutturali e relazionali.
(da G. Piana, L’agire morale. Tra ricerca di senso e definizione normativa, Cittadella Editrice, Assisi, 2001, pp. 125-26)*
Riferimenti Bibliografici
- L. Bruni, S. Zamagni, Economia civile. Efficienza, equità, felicità pubblica, il Mulino, Bologna, 2004;*
- H. Jonas, Il principio responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, Torino, 1990;*
- M. Nussbaum, Capacità personale e democrazia sociale, Diabasis, Reggio Emilia, 2003.*
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