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Il fatto è che esiste un ordine di difficoltà interne al rapporto educativo che nasce proprio dal suo decorso fisiologico. E crea una situazione di stasi, di impotenza. Non si riesce più ad andare d’accordo: ma non se ne comprende la ragione, perché ciascuno ha l’impressione di aver fatto quello che doveva nei confronti dell’altro. Eppure ci si trova paralizzati, fermi. Solo che, paradossalmente, rimanendo fermi la distanza cresce. Sopraffatti dallo sgomento non ci si parla più: fino al momento in cui si preferisce interrompere il rapporto. Un rapporto che, nella memoria degli interessati, era pur incominciato come un rapporto buono, destinato a crescere. Paolo, Apollo, Cefa: tutti questi ministri del vangelo hanno incominciato il loro ministero cercando di far crescere nella fede le persone loro affidate. Tutti hanno fatto del loro meglio, hanno cercato di far bene, di far progredire nella sequela del Signore. E invece, ad un certo punto, la comunità si trova divisa e in conflitto. Le persone non si accettano più, si scoprono diverse, difendono la loro diversità con la stessa tenacia con la quale dovrebbero difendere la loro comune origine. Anzi, la difendono più di quest’ultima: denunciando come sospetta la reale appartenenza dell’altro all’identico fondamento. Paolo cerca di capire e di far capire quello che è successo: giacché è certo che tutto ebbe origine da un solo principio, e questo principio è anche l’unico possibile per ogni venuta alla luce nella fede. È inutile negarlo, rimettendo in discussione la “nascita”. Tutti hanno incominciato credendo nel Signore, tutti sono stati battezzati nel Signore: è un punto fermo. Ma ad un certo punto si trovano divisi, sembra che abbiano un cristianesimo diverso. Com’è potuto accadere? Paolo spiega: non basta mettere il buon fondamento, che pure è la cosa essenziale. Ciascuno deve guardare a come vi costruisce sopra: insomma, bisogna badare a come “si cresce” e “si fa crescere”. Bisogna pertanto possedere, sin dall’inizio, un progetto educativo coerente con quel fondamento. Noi siamo talora portati a pensare che se le basi sono buone, l’albero cresce bene: altrimenti vuol dire che le basi erano fasulle. Non è sempre così. Talora le basi sono buone, anzi buonissime: eppure la crescita è cattiva, l’albero non è curato nel modo giusto.
(da P. Sequeri, L’oro e la paglia. Meditazioni sull’educare alla scuola della Parola di Dio, Milano, Glossa, 20092, pp. 70-72)*