Gli interrogativi circa i modi in cui può essere definita la natura umana, circa i suoi caratteri costitutivi e circa ciò cui è destinata nella società e nella storia segnano nel profondo il dibattito della Germania sui contraccolpi della Rivoluzione Francese, delle Guerre napoleoniche (ovvero "guerre di liberazione"), della Restaurazione. Sono interrogativi che presentano una forza e un’incisività tutte particolari nella riflessione non solo dei massimi esponenti dell’«idealismo classico» e di coloro che a vario titolo possono considerarsene gli epigoni (la sinistra hegeliana, Feuerbach, il giovane Marx), ma anche di personalità attive e operanti in prospettive e con funzioni di valenza politica opposta. Sono personalità – tra queste spiccano quelle di Franz Xaver von Baader e di Joseph Goerres – in cui agiscono in profondità le idee del mondo romantico e quindi anche quelle nate da una visione dell’indagine scientifica sui processi di natura percorsa dalla esigenza di salvaguardare, pur nella presa d’atto della costituzionale naturalità dell’uomo, la presenza in quest’ultimo dello spirito, della scintilla divina del Creatore. Su tali basi, da queste premesse prende forma una riflessione sulla natura della società che, in quello che ne è un radicalismo assai spesso più che conservatore, si mostra densa di stimoli essenziali alla comprensione non solo della storia tedesca (ed europea) del secolo XIX, ma dell’essenza stessa della politica.