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L’uomo e le culture non sono più sicure di se stesse, ma non sono sicure neppure delle tradizioni religiose, delle costruzioni religiose, delle oggettivazioni messe in atto dai mondi religiosi i quali – complice il sociale – sembra abbiano via via piegato l’esperienza religiosa verso l’esterno curvando il senso religioso stesso in maniera surrettizia e strategica. Oggi le culture sono disposte a correre tutte quei «rischi della libertà» di cui parla Ulrich Beck con tutte le incertezze che ne derivano. E le nuove esperienze religiose accettano ancor di più questa sfida. Le strategie logiche e le architetture del sociale non tengono più. In questo quadro altamente complesso sembra che Durkheim non riesca più a rendere ragione del mondo socio-religioso e cristiano attraverso quelle maglie del sociale che tenevano strette un tempo le due costellazioni. L’uno e l’altro mondo si espandono e si diversificano diventando espressioni autonome che si muovono oltre la spirale di spirito e società, di bisogno di Dio e bisogno sociale. Oggi mondo sociale e religioso presentano ai nostri sguardi una situazione molto anomala, frastagliata, sbilanciata sul mondo del soggettivo, dove i contenuti dell’esperienza religiosa non sono dei «designatori rigidi», ma piuttosto espressioni fluide e in movimento e dove alla fine emerge una concezione olistica che appare sempre più frutto di una mentalità di superamento sia della trascendenza che dell’immanenza attraverso categorie esperienziali autonome e auto-implicative della realtà intera. Il soggetto e l’oggetto stesso non si ritrovano più tali e quali ai due poli opposti della conoscenza, ma in una circolarità tanto sconvolgente quanto liberatoria. Al di sopra però di tutto questo complesso di situazioni al limite del paradosso brilla una concezione misticheggiante, che anela verso lo spirituale, verso la riscoperta dell’interiorità, verso il bisogno del Dio che abita in noi.
(da A.N. Terrin, Mistiche dell’Occidente. New Age, Orientalismo, Mondo Pentecostale, Brescia, Morcelliana, 2001, pp. 10-11)*
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