La globalizzazione è stata, ed è tuttora, indagata soprattutto a livello macroeconomico e per il suo impatto sui sistemi sociali. Alcuni studiosi si sono invece impegnati a decifrarne gli influssi sull’organizzazione della cultura. Ulf Hannerz è tra coloro che studiano “l’ecumene globale” in formazione, concentrandosi sulla mobilità del significati. Per comprendere la natura della cultura, bisogna rivolgere l’interesse alla gestione del significato da parte di attori istituzionali e collettivi, e non fermarsi alle strutture, al sistema e al determinismo sociale. La distribuzione di tali significati nelle relazioni sociali e personali è però talmente complessa che lo studio in termini culturali di un’unità sociale rischia di rivelarsi arbitraria. Assistiamo infatti alla fortnazione di un sistema mondiale di cultura, “una Cultura di culture”.
La cultura come categoria universale, distinta dalle culture specifiche, è diventata una metacultura: la capacità di attingere a certe concezioni che trascendono il singolo dato per riuscire a organizzare e a interpretare in base a esse le particolarità culturali della vita individuale. Questa “cornice metaculturale” non è situata oltre la cultura, ma è essa stessa culturale e ha una ricaduta su qualsiasi concezione della cultura come un tutto. Hannerz individua due tipi coesistenti di metacultura: una che esalta la somiglianza (lavorando dall’alto verso il basso e con solide basi nell’organizzazione politica formale), l’altra che favorisce la differenza (mediante un’azione di opposizione contro il potere altrui). Per questo motivo si può affermare che esiste una “cultura creola”, cioè una combinazione di diversità, interconnessioni e innovazione nel contesto dei rapporti globali centro-periferia: in tale situazione si assiste a una continua ricostruzione culturale, a una mescolanza che non significa impoverimento e appiattimento su un modello unico, ma fa intravedere speranze per il futuro sviluppo della diversità culturale. Questo futuro, conclude Hannerz, si può già leggere nelle quattro comici organizzative all’intemo delle quali i significati e le forme significanti vengono prodotte e circolano nelle relazioni sociali: la forma di vita (la circolazione di significati nelle famiglie, sul luoghi di lavoro e nel vicinato); lo Stato; il mercato; il movimento (elemento caratterizzante non solo i processi produttivi, ma anche la formazione delle conoscenze). Ognuna di queste cornici racchiude un grande numero di attori, di relazioni tra l’Occidente e il resto del mondo, di implicazioni spaziali e temporali che permettono l’emergere di una rinnovata diversità culturale.