L”analisi delle materie d”insegnamento in alcuni colleges e nelle principali università americane permette all”autrice di affermare che è possibile trasmettere un”idea di cultura che ricalca gli ideali socratici e stoici: liberare la mente, attraverso l”educazione, dalle catene dell”abitudine e della tradizione, significa formare persone in grado di operare con sensibilità e prontezza come cittadini del mondo. E” questo il modo più efficace di seguire Seneca: “presto noi tutti moriremo; intanto, mentre viviamo, facciamo in modo di coltivare la nostra umanità”. In particolare, ciò è possibile sviluppando la capacità di giudicare criticamente se stessi e le proprie tradizioni non considerandole come vincolanti, di concepire se stessi come esseri umani legati agli altri da interessi comuni e da un reciproco riconoscimento, di immaginarsi nei panni degli altri. Vi è quindi l”obbligo morale di mettere gli studenti di fronte alla differenza per stimolare l”argomentare critico, che permette al singolo di diventare padrone del proprio pensiero e dunque più libero. Ciò ha indubbi riflessi sulla cultura politica democratica, perché permette di interagire in modo positivo con tutte le componenti della comunità civile. Essere “cittadini del mondo” significa anche sviluppare la capacità di comprendere le culture lontane, la storia e la varietà delle idee e coltivare quella capacità di immaginare in maniera simpatetica che rende possibile comprendere le motivazioni e le scelte degli altri. Un ruolo rilevante in questo cammino è ricoperto dall”arte e in particolare dalla letteratura: l”immaginazione guidata dalla letteratura promuove infatti quella compassione (derivata dalla tradizione tragica greco-antica) che è essenziale per l”assunzione della responsabilità civile. Tale concezione delle lettere rappresenta al meglio le potenzialità umane e facilita la percezione di chi siamo e di chi potremmo essere. In questo modo si apre la strada a un multiculturalismo, su cui insiste l”autrice, indispensabile affinché il cittadino del mondo possa adeguatamente adattarsi a vivere in una realtà caratterizzata da complesse interdipendenze. Non si rispetta pienamente l”umanità, conclude Nussbaum, se non proviamo il desiderio di conoscerla, di comprendere la storia delle sue componenti e di riconoscere il valore delle differenze che esistono.