Questo volume raccoglie una serie di saggi scritti in occasione del convegno dal titolo omonimo. L’impostazione, fortemente antropologica, è offerta con un taglio interdisciplinare che spazia dalla prospettiva storico-letteraria a quella teorico-antropologica. La nostra immagine dell’aldilà, secondo Lombardi Satriani, è tuttora debitrice in molti suoi aspetti della visione medievale, soprattutto nelle raffigurazioni topografiche. Nella cultura contadina dell’Italia meridionale oggetto della sua indagine, tra aldiqua e aldilà vi sono nette differenze e il collegamento tra i due mondi è garantito da un esile ponte che l’anima deve attraversare al momento della morte. L’immagine del ponte pericoloso è un motivo ricorrente che collega la cultura folklorica: a tradizioni molto antiche e lontane nel tempo come quelle orientali indiane e persiane, le leggende islamiche sull’oltretomba, l’apocalittica cristiana apocrifa da cui attingerà poi la medievale Visione di san Paolo fonte di tanti racconti sull’aldilà.. Come sottolinea Bonafin nel suo saggio L’aldilà del pozzo il mondo ultraterreno viene modellizzato su due assi, orizzontale (in cui l’aldilà è inteso come luogo lontano da raggiungere tramite viaggio) e verticale ( in cui l’aldilà è localizzato in ciò che sta più in alto o più in basso della terra e che si raggiunge attraverso un pozzo). Sia il pozzo che il viaggio è rivestito di significati simbolici nelle tradizioni culturali dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa. Secondo M. Lecco che analizza la Navigatio Sancti Brendani, il viaggio per raggiungere l’aldilà non è lineare ma ripetitivo e talvolta labirintico poiché deve essere la decifrazione di un cammino complesso superando il quale si può raggiungere il mondo ultraterreno. Esso può indicare anche la volontà di andare oltre se stessi alla ricerca di un”altra identità, come suggerisce A. Buttitta. Anche se questa fuga dall’io è immaginaria, lascia intravedere un parallelismo tra aldilà /aldiqua e identità /alterità dove i due poli sono avvertiti positivamente o negativamente in rapporto alle situazioni storiche. Espressione figurativa sono l’isola, quale referente simbolico di un altrove della paura e della beatitudine, e l’utopia come inversione totale della realtà. Resta il fatto che tutte queste rappresentazioni sono sempre concettualizzazioni di bisogni, paure e speranze per esorcizzare l’esperienza della morte, sono l’attuazione di una strategia di vita per rendere l’aldilà più familiare all’aldiqua e quindi più facilmente raggiungibile.