Lo sciamano in elicottero

Per una storia del presente


I trentanove episodi tratti da cronache quotidiane, che costituiscono la prima parte del testo, rappresentano il tentativo di cristallizzare fenomeni che, dissimulati nella quotidianità, dispersi tra migliaia di altre informazioni, rappresentano in realtà la manifestazione di tendenze profonde della società contemporanea, la prova di sconvolgimenti epocali negli usi e costumi affermatisi però senza raggiungere il livello cosciente degli individui. Si tratta della descrizione di una sorta di cataclisma sommesso che si impadronisce di tradizioni secolari trasformandole in opzioni di socialità per l’individuo che, libero di costruirsi la propria identità, si trova al tempo stesso obbligato all’affannosa ricerca di senso della propria esistenza. Diviene così pronto a rifugiarsi ora nel misticismo delle nuove sette religiose, ora nel fanatismo dell’invenzione etnica, creando da sé tradizioni e miti, nel nome dei quali sacrificarsi e sacrificare. In città dalle quali è stata espulsa ogni valenza di spazio pubblico di comunicazione, dentro case dalle quali si può comunicare con il mondo intero, esplode il paradosso di una globalizzazione che porta con sé il riacutizzarsi, o forse inventa, localismi esasperati, proclami in difesa dell’identità di popoli e culture. Liberi di relazionarci con qualsiasi interlocutore in qualunque parte del globo, possiamo permetterci di ignorare le relazioni con chi ci circonda; rinchiusi nel circolo privato del flusso di comunicazioni che crediamo di scegliere, rinunciamo alla dimensione pubblica del rapportarsi fra persone che dividono gli stessi spazi, affannati nel tentativo di gestire una libertà smisurata, il più delle volte senza essere in grado di sopportare l’inevitabile fardello di solitudine che ne deriva. D’Eramo delinea, nella seconda parte del libro, lo sfondo in cui collocare in modo coerente i frammenti raccolti: una modernità che da due secoli, senza sosta, procede nell’aumentare le possibilità dell’uomo di annullare le distanze, modificare gli spazi, imprimere una costante accelerazione allo sviluppo tecnico, manifesta le sue contraddizioni nella reazione all’angoscia dell’uniformità, con la spasmodica ricerca di un’identità a cui potersi afferrare per non essere travolti dal vortice della continua trasformazione della realtà in cui siamo immersi.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1999
Recensito da
Anno recensione 1999
Comune Milano
Pagine 243
Editore