In questo testo Marc Augé ci invita al confronto con alcune lezioni che attingono dall”etnografia, dalla psicoanalisi e dalla letteratura, e ad interrogarci sull”oblio, sul ricordo e sulla memoria. Si tratta di una sorta di esercizio di etnografia rovesciata: coloro che nella pratica etnografica sono soliti apportare risposte, questa volta ci interrogano; i loro pensieri e le loro categorie mettono a soqquadro i nostri schemi mentali e ci sollecitano ad analizzarli. Sono tre le forme dell”oblio che l”autore individua, associando a ciascuna di esse un rituale che la rappresenta emblematicamente. La prima è il ritorno; i riti di possessione insegnano che per ritrovare il passato nel presente è necessario dimenticare il passato prossimo. La seconda forma è la sospensione ed è caratteristica dei riti di inversione che si celebrano, per esempio, nei periodi di interregno quando le donne si atteggiano a uomini o gli schiavi a sovrani; è la finzione per cui il presente viene isolato dal futuro o, più precisamente, da quanto del passato ritornerà nel futuro. Infine vi è la forma del nuovo inizio – la rinascita che domina i riti di iniziazione – per cui si aspira a ritrovare il futuro dimenticando il passato. Queste tre figure hanno una certa aria di famiglia: le ritroviamo nella nostra esperienza e nella letteratura. Il ritorno domina Il conte di Montecristo di Dumas dove Edmond Dantès partito alla ricerca del proprio passato, della propria memoria, trova soltanto l”oblio. La sospensione è la forma che attraversa i romanzi di Stendhal dove l”oblio di tutto ciò che nella esistenza è ripetizione, è la cifra dell”amore e della fedeltà. Il nuovo inizio è infine la dominante della scrittura di Julian Gracq in cui è ricorrente il tema del viaggio inteso come partenza più che come esplorazione o spaesamento. Del resto, le tre forme dell”oblio interessano tanto l”individuo quanto la collettività: la possessione, i riti di inversione e quelli di iniziazione sono infatti delle prove individuali e, allo stesso tempo, degli elementi importanti nella vita sociale. L”oblio è necessario; senza di esso rischiamo di vivere presi tra la nostalgia di un passato distorto e mistificato e l”attesa di un futuro privo di avvenire. L”oblio, che si coniuga a tutti i tempi, ci restituisce al presente, tempo in cui l”inizio, l”istante e il ritorno vengono vissuti.