Ermeneutica


Che Schleiermacher sia il padre e l’iniziatore dell’ermeneutica moderna è un dato certo e universalmente accolto, almeno a partire da W. Dilthey che nella sua monumentale Lebens Schleiermacher (1867-70) vide già chiaramente nel pensiero del teologo tedesco la prima solida elaborazione di un’ermeneutica filosofica. Tuttavia, per lungo tempo, questa convinzione diltheyana rimase più che altro un atto di fede poiché mancava un’edizione che raccogliesse tutti gli scritti ermeneutici schleiermacheriani che erano per lo più abbozzi e appunti di corsi universitari mai pubblicati. Solo nel l959 H. Kimmerle pubblica i manoscritti originali proponendone anche la datazione. L’attuale curatore dell’edizione critica dell’ermeneutica di Schleiermacher, W. Virmond, ha raccolto, di recente, tutti gli scritti di Schleiermacher ridatandoli in maniera organica e accurata. La presente traduzione (con testo originale a fronte), curata da Massimo Marassi, colma in un sol colpo una duplice lacuna per l’editoria italiana: fornire la prima versione integrale di tutti gli scritti ermeneutici di Schleiermacher, dagli Aforismi di Halle del 1805 fino alle Lezioni del 1833, seguendo la nuova datazione di Virmond. È ora possibile comprendere direttamente la verità del giudizio di Dilthey sull’importanza fondamentale di Schleiermacher. Questi, insoddisfatto dell’ermeneutica «filologica» sostenuta dai vari Ernesti, Morus, Ast e Wolf, intende l’ermeneutica come una teoria generale dell’interpretazione che si preoccupa non soltanto della comprensione della lingua, ma anche della comprensione del discorso altrui visto come il luogo in cui si ritrovano pensiero, lingua, comprensione e interpretazione. L’ermeneutica diventa filosofica proprio quando ci si accorge che il discorso non è immediatamente comprensibile; l’interpretazione allora diventa «arte»: «l’arte di entrare in possesso di tutte le condizioni proprie della comprensione». Per fare questo la comprensione si deve muovere, secondo Schleiermacher, in due direzioni: verso la lingua (interpretazione «grammaticale») e verso i pensieri (interpretazione «tecnica» o psicologica). Quando le due operazioni si completano a vicenda, nasce la «comprensione perfetta» che è un’immagine più completa del tutto mediante un’immagine più completa del singolo elemento. Si sviluppa da qui il noto principio schleiermacheriano del circolo ermeneutico come movimento permanente dalle parti al tutto e viceversa. Esso postula anche l’inesauribilità del compito interpretativo, poiché, mentre il senso che si vuole comprendere è sempre racchiuso in un luogo determinato, l’interpretazione invece lo rimuove da quella staticità per aprirlo all’universalità.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1996
Recensito da
Anno recensione 1997
Comune Milano
Pagine 808
Editore