Il vangelo delle meraviglie

Commento al vangelo di Marco


Nella storia dell”interpretazione esegetica, il Vangelo di Marco è di gran lunga il meno studiato e approfondito dei quattro, sulla scorta della lapidaria definizione di S. Agostino che definì il suo autore “divino abbreviatore e valletto di Matteo”; ed è soltanto nel nostro secolo che esso, considerato cronologicamente il primo, è stato finalmente fatto oggetto di monumentali e attenti commentari. Il volume di Bodrato – docente di Filosofia, ma soprattutto appassionato e originale cultore delle Scritture, tra i pochi in Italia a condurre una vera e propria ricerca sulle orme della “teologia narrativa” – accetta in toto l”itinerario novecentesco dell’esegesi storico-critica attorno a Marco, da Gnilka a Taylor, offrendone però una rilettura tanto personale quanto scarna e scabra, capace di far parlare soprattutto il testo nell”essenzialità del suo annuncio (l’autore, nell”introduzione, si augura di essere riuscito a “riproporlo nella sua nuda e dirompente efficacia di parola che sorprende ed interpella, che suscita stupore e timore”). Ne emerge un commento mai banale, teso a mostrare come l”Evangelo marciano, lungi dal poter considerarsi il più ingenuo o il meno elaborato, risulti ad un”analisi attenta piuttosto il frutto maturo di un”esperienza esistenziale e di una coscienza teologica oltre che poetico-narrativa unica nella sua coerenza, in cui ogni scelta è rivolta a dire “la novità dell”esperienza di fede e il sorprendente vigore della sua creatività e a dirli attraverso il nascondimento, attraverso il silenzio, attraverso l”infedeltà e il tradimento, temi chiave dell”intera narrazione”. Da qui, la sostituzione, che Bodrato decide di operare, del classico “segreto messianico” quale sintetica chiave di lettura del primo vangelo con una sorta di “teofania invisibile” in realtà assolutamente moderna se non addirittura post-moderna: tanto che, se chi lo ha composto non è, nel tempo, contemporaneo dei nostri dubbi e dei nostri smarrimenti, “lo è nello spirito e nella carne. Lo è nello stile letterario”. Il libro, che si avvale di una prefazione di Gianfranco Ravasi, deriva dalla risistemazione di una serie di interventi apparsi sulla rivista torinese “Il foglio” e contiene una serie di solo apparenti “divagazioni”, apposte in calce alle diverse pericopi: le quali, nonostante il corpo tipografico minore, offrono di volta in volta l”efficace focalizzazione di un termine, dì un tema centrale, di un’immagine o di una figura. Il tutto converge, peraltro, in quello che, a parere di Bodrato, resta in ogni caso il “punto di discrimine” per l”evangelista, vale a dire “la radicalità dell”intento salvifico del Regno”, che “non si limita a restituire salute e a eliminare il male nei suoi effetti esteriori, lo aggredisce in profondità nella sua radice”.

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1996
Recensito da
  • Brunetto Salvarani

    Professore di Missiologia e Teologia del dialogo - Facoltà Teologica dell'Emilia Romagna, Bologna

Anno recensione 1996
Comune Cittadella
Pagine 252
Editore