Più tristi ma più saggi


Da qualche anno l’indagine sul ruolo giocato dalle emozioni all’interno dei comportamenti umani sta diventando importante, e non si guarda più alle emozioni considerandole esclusivamente come fonti di negatività. In questo mutato contesto J. Elster si interroga su quale relazione intercorra tra la razionalità e le emozioni ponendo alcune domande: le emozioni sono in grado di guidare le azioni razionali o piuttosto distraggono da esse? Quale ruolo esercita lo studio delle emozioni all’interno di discipline come la filosofia e le scienze sociali? L’autore delinea brevemente una mappa delle motivazioni umane composta di due differenti tricotomie: le motivazioni di un’azione possono derivare da razionalità strumentale, passioni, norme sociali, oppure da ragione, interesse e passione. Elster sostiene che pur essendo state viste come impedimento all’azione razionale, le emozioni sono fondamentali in quanto fanno parte della visceralità dell’essere umano: “la collera, la paura, la vergogna, il dolore, la gioia, l’amore sono degli stati mentali straordinariamente potenti”. In primo luogo (cfr. cap. 2) vengono analizzate le emozioni in relazione al loro oggetto (rabbia-offesa subita), poi (cfr. cap. 3) viene analizzato l’intreccio che lega le varie emozioni alle norme sociali (atto commesso-vergogna-considerazione sociale). I termini “razionale” e “emotivo” sono sempre stati considerati come diametralmente opposti, ma si può osservare che talvolta le emozioni possono essere regolate da criteri di razionalità, inoltre una vita, privata della sua sfera emotiva, sarebbe inimmaginabile e assolutamente priva di senso e direzione. Nel capitolo conclusivo (cfr. cap. 4) l’autore cerca di elaborare un modello di ciò che motiva all’azione in grado di portare alla luce il gioco di influenze che si instaura tra desideri, emozioni, credenze e informazione. In questa linea di indagine si collocano peraltro le riflessioni presenti nei principali lavori di Jon Elster, tutti imperniati sulla critica della dualità ragione/passione in nome di una ‘razionalità imperfetta’ in cui le motivazioni individuali all’agire hanno carattere inestricabilmente anfibio (cfr. Ulisse e le Sirene. Indagini sulla razionalità e l’irrazionalità, Milano, Feltrinelli, 1989; Il cemento della società. Uno studio sull’ordine sociale, Bologna, Il Mulino, 1995).

Dati aggiuntivi

Autore
Anno pubblicazione 1994
Recensito da
Anno recensione 1996
Comune Milano
Pagine 91
Editore