In questo volume l’autore si propone di esaminare i “tempi sociali”, quelle grandi categorie di tempo che una società ‘costruisce’ per indicare e coordinare le principali attività sociali (tempo di lavoro, di istruzione, tempo libero e familiare). La nostra epoca è infatti caratterizzata da un sentimento di ‘pressione’ attraverso cui i tempi sociali vengono vissuti come un obbligo: esiste un divario crescente tra i tempi istituiti e i tempi ‘desiderati’. La struttura dei tempi sociali informa sul sistema di valori di una società, permette di osservare le interrelazioni tra le principali attività sociali (l’organizzazione sociale) e offre una certa immagine dell’ordine sociale. Un tempo dominante – come è stato quello di lavoro nelle fasi centrali dell’industrializzazione – definisce il modo di produzione di una società e il suo ordine. La scuola francese di sociologia, sviluppatasi al seguito di Durkheim, è stata la prima a dare una consistenza sociologica alla nozione di tempo, dimostrandone il carattere sociale e la natura sacra. Al contrario, la sociologia dei tempi sociali oggi si limita a studiare i grandi blocchi di tempo corrispondenti alle categorie dominanti delle attività sociali, che una società individua in ragione del suo sistema di valori, e che determinano i suoi principali ritmi collettivi. L’importanza della categoria di “tempi sociali” risiede invece nel suo essere strumento di comprensione dei cambiamenti della temporalità del vissuto e delle rappresentazioni sociali. L’importanza di una lettura dell’organizzazione sociale attraverso la dimensione del tempo consiste dunque nel fornire un nuovo modello di comprensione che permetta di cogliere l’importanza delle mutazioni sociali in corso: per esempio, il tempo di lavoro è oggi diventato un tempo marginale, mentre quello dominante è il tempo ‘libero’. Il tempo libero non è però soltanto un tempo di consumo, ma anche un tempo di creazione, di produzione del sé, di socialità: infatti, la riduzione del tempo di lavoro non è un segno del declino del ruolo sociale del lavoro. La nuova figura dell’individuo sociale non può dunque essere compresa se non in relazione alla nuova configurazione dei tempi sociali, che riconosce un posto sempre più importante alla produzione dell’individualità. La dominazione del tempo libero rappresenta così una possibilità di riappropriazione individuale del tempo in una società in cui ognuno dovrà dare prova d’iniziativa personale nella gestione del proprio tempo.