In questo saggio Bauman prosegue la sua analisi critica della società contemporanea racchiudendone le trasformazioni nella metafora del passaggio dalla solidità (caratterizzata da stabilità nel lavoro e nelle appartenenze, e da vita organizzata attorno alla produzione e alle norme) alla liquidità (caratterizzata dal disimpegno, dall’evanescenza dei rapporti affettivi e organizzata attorno al consumo, guidata dalla seduzione e priva di regolamentazione normativa). Bauman sottolinea la dimensione labirintica del nostro modo di pensare al futuro: regno sovrano del caso in cui si accetta il disorientamento e la disponibilità a vivere al di fuori dello spazio e del tempo. Contemporaneamente tutti gli ostacoli solidi si disgregano, riducendo il principio di piacere al principio di realtà e sostituendo il bisogno con il desiderio e il capriccio. Il capitalismo solido era il mondo di un’autorità che oggi ha perso la sua durevolezza, mentre anche nel lavoro la mentalità del breve termine ha sostituito quella del lungo termine. Anche il progresso, sottolinea Bauman, ha perduto il suo obiettivo di diventare unità di misura dello stadio di perfezione di una società. Siamo passati dall’epoca dei gruppi di riferimento e dei modelli dati all’epoca del “raffronto universale” con modelli troppo numerosi e facilmente malleabili: la partita del potere, in questa situazione, non si gioca più tra il grande e il piccolo, ma tra il più lento e il più veloce. Il potere dell’élite globale poggia proprio sulla sua capacità di sfuggire al coinvolgimento globale. La precarietà e l’incertezza sono diventati quindi gli elementi centrali della società. La conseguenza è la decomposizione dei legami umani e della comunità, in cui le unioni tendono a essere considerate come cose destinate a essere consumate. Per questo motivo, rileva Bauman, il comunitarismo diventa una reazione al sempre maggiore squilibrio tra libertà individuale e sicurezza. Allo stesso tempo si manifesta una rabbiosa preoccupazione per la difesa del corpo, che viene avvertito come ultimo rifugio di continuità e durata. La società «solida» elevava la salute a unità standard dei suoi membri, mentre la società dei consumatori agita l’ideale della fitness, con la sua sorprendente capacità di infrangere le regole. La società «liquida» non riconosce più alcuna alternativa a se stessa, ha accantonato l’idea di migliorare se stessa per lasciare il posto a quella dell’autoaffermazione dell’individuo. Si assiste inoltre al diffondersi di “comunità esplosive” che necessitano di violenza per nascere e restare in vita. Tali comunità sono extraterritoriali, nel senso che tendono a essere effimere e incentrate su un’unica finalità. Il loro potere emana proprio dalla loro precarietà e incertezza sul futuro.