In Terrasanta

Pellegrini italiani tra Medioevo e prima età moderna


L’ampia, accurata e acuta analisi storica condotta da Cardini sul pellegrinaggio a Gerusalemme tra la prima metà del XIV secolo (fondazione della Custodia francescana del Santo Sepolcro) e l’inizio del XVI (il 1516 segna la conquista ottomana della Città Santa) non si limita alla descrizione delle motivazioni religiose che spinsero i fedeli verso la culla della cristianità, ma diventa l’occasione per tracciare un profilo sociale, economico e cultuale di quel periodo. Dopo il grande slancio politico-religioso che diede avvio alle crociate, infatti, il problema avvertito nel periodo considerato dall’autore non era più soltanto la riconquista di Gerusalemme, bensì il blocco economico di quei territori, controllati dai musulmani: al centro dell’ideologia crociata si era installata anche un’esigenza commerciale che si sarebbe trasformata, con l’avanzata ottomana nei Balcani, in un problema di difesa. L’insieme dei resoconti dei viaggi in Terrasanta fra XIV e XV secolo delinea una mappa sociale del pellegrino italiano ( che può essere un religioso e anche un laico, può essere ricco e colto, ma anche povero e aiutato dagli ordini mendicanti) molto variegata e rende impossibile proporre una tipologia precisa. Sacro e profano si uniscono ed è in quel periodo che, accanto a una dimensione del pellegrinaggio scelto come ricerca di se stesso, si evidenzia nella società il nesso molto forte e ben noto tra “avventura cavalleresca” e “ricerca” – termine veicolato dal ciclo narrativo del Graal.
I documenti e le testimonianze riportati nel volume dimostrano che la costruzione del resoconto del pellegrinaggio assorbe e metabolizza cronache delle crociate, relazioni diplomatiche, manuali di mercatura, racconti cavallereschi. Ciò rivela come il pellegrinaggio scivoli lentamente verso un’altra dimensione e divenga appunto anche viaggio di commercio, di spionaggio crociato, di cultura e di piacere; e come, dall’itinerario iniziatico cristiano, si passi al pellegrinaggio laicizzato e implicitamente decristianizzato. L’elemento penitenziale esiste comunque nel pellegrinaggio tre-quattrocentesco, ma si sposta prevalentemente sul peso dei pericoli compresi nel viaggio, attorno al quale si costruisce un’autentica rete di servizi e di commercio. All’inizio del XVI secolo la crisi del pellegrinaggio è evidente: i territori da attraversare sono controllati dagli avversari della cristianità, il che porta all’intuizione dei padri francescani di realizzare dei Sacri Monti per riprodurre a livello locale i Luoghi Santi.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Franco Cardini

    Professore di Storia medievale - Istituto Italiano di Scienze Umane, Firenze

Anno pubblicazione 2002
Recensito da
Anno recensione 2003
Comune Bologna
Pagine 527
Editore