Passaggio a Occidente

Filosofia e globalizzazione


Nucleo centrale del volume è la discussione delle radicali trasformazioni cui sono soggette le categorie del pensiero filosofico e politico moderno nell’età della globalizzazione, allo scopo di indicare le tracce di una “sfera pubblica mondiale” (dal carattere universalistico) all’interno della quale possano continuare ad esistere “singolarità irriducibili” non direttamente identificate con il soggetto razionale della tradizione liberale. Infatti, secondo l’autore, l’idea di “passaggio” tipica della nostra epoca indica insieme la continuità e la discontinuità, il processo e la svolta che caratterizzano – in senso “plurale”, quasi confinante con il modello del multiversum – i mutamenti economici, politici, sociali ed etici, non ‘solo’ delle società “altre”, ma anche di quelle occidentali. Del resto, “Occidente” (così come “Oriente”) è già di per sé un concetto plurale ma, al contrario dell’età moderna – nella quale con “pluralismo” si indicava il pluralismo degli interessi –, oggi la questione del pluralismo si incrocia direttamente con la critica dei conflitti identitari (siano essi etnici, religiosi, interstatali o altro) legati alla nuova dialettica tra uniformazione e differenziazione: in questo senso la politica e il mercato non possono ‘limitarsi’ al governo della giustizia distributiva, e anzi dovrebbero tendere alla costruzione di un “universalismo delle differenze”, evitando i due rischi, diversi ma complementari, dell’universalismo etico (di matrice illuministica e kantiana) e del multiculturalismo, recuperando dunque l’idea filosofica di contingenza intesa come luogo dialogico in quanto luogo di conflitto. Attraverso il diretto confronto con i classici del Novecento (Weber, Polanyi, Schmitt) e con i maggiori contemporanei (Habermas, Derrida, Rawls, Beck), Marramao sottolinea allora che il processo di crisi e di riconversione delle categorie filosofico-politiche investe tutte le tradizionali coppie oppositive, in primis Stato e mercato, ma anche centro-periferia e progresso-tradizione, allo scopo di ripensare i fondamenti della democrazia contemporanea attraverso la costruzione di un ordine giuridico e simbolico che mira all’inclusione, e non all’esclusione (come invece avverrebbe se la logica della progettazione politica continuasse ad essere quella dello Stato-nazione, esportata ‘analogicamente’ a livello globale). Di qui la necessità di ripensare il rapporto tra dimensione spaziale e processi di singolarizzazione in grado di superare sia le mediazioni politiche tradizionali costruite in un’ottica rigidamente dicotomica, sia l’appiattimento ‘procedurale’ della ragione strumentale, per giungere alla definizione di una nuova “logica costituente”.

Dati aggiuntivi

Autore
  • Giacomo Marramao

    Professore di Filosofia teoretica – Università di Roma Tre

Anno pubblicazione 2003
Recensito da
  • Carlo Altini

    Professore di Storia della filosofia - Università di Modena e Reggio Emilia

Anno recensione 2003
Comune Torino
Pagine 248
Editore