L'identità dell'Europa si è costituita nel corso dei secoli, grazie all'incontro tra le diverse culture di un mosaico di popoli che il continente ha accolto o subìto, respinto o integrato. Per questo motivo l'identità europea non va cercata in un passato idealizzato – ed è fuorviante, avverte l'Autore, cercare una radice o un'essenza alla base della sua costruzione – ma deve essere ricostruita proprio nel suo processo di formazione, in un'ottica di lungo periodo. Più che di radici è quindi opportuno parlare di componenti costitutive della cultura europea che si sono reciprocamente intrecciate: per esempio, la conservazione della cultura antica è stata resa possibile dagli studiosi cristiani (in particolare nei monasteri), e a sua volta il cristianesimo ha costruito il proprio edificio dogmatico avvalendosi di concetti e di dottrine dell'antichità. Il discorso sulle radici è, allora, non soltanto strumentale, ma anche impostato in maniera erronea, in quanto presuppone una continuità della storia europea che non c'è stata. In un alterno gioco tra richiamo al passato e distacco dal passato, l'Europa è sempre stata, ed è ancor oggi, il prodotto di processi molteplici attraverso cui la sua identità è venuta configurandosi sempre diversamente nel corso della sua storia. Per questo motivo l'identità dell'Europa, lungi dall'essere stabile, appare destinata a mutare anche in futuro, così come è mutata, e profondamente, nel corso dei secoli passati. Malgrado la presunzione, elaborata dagli europei in particolare a partire dal XVII secolo, della superiorità della propria civiltà (non di rado definita in termini razziali), l'identità europea non è mai stata definita in termini "assoluti": ad essa è mancata soprattutto l'appartenenza ad un'unica comunità locale e il fondamento della comune cittadinanza. Queste considerazioni storiche e storiografiche di Rossi (che accompagnano le riflessioni europee svolte negli ultimi anni da numerosi intellettuali italiani, da Biagio de Giovanni a Giacomo Marramao, da Pier Paolo Portinaro a Mario Telò) comportano ovviamente ricadute per l'analisi delle questioni europee contemporanee, particolarmente urgenti per più motivi: l'Europa sta ora vivendo un momento in cui il processo di unificazione politica segna il passo, mentre la spinta all'allargamento verso nuovi paesi si accompagna a un crescente indebolimento istituzionale (visibile, per esempio, nelle vicende legate al Trattato costituzionale europeo). Questo volume contribuisce a individuare la strada attraverso cui recuperare la consapevolezza della specificità europea, anche di fronte alle sfide legate all'attuale mutamento della sua composizione etnica e culturale.