• Arte e sacro

    Il ruolo delle pratiche artistiche nelle tradizioni religiose

Azioni Sacre

Riti, feste e teatro nella Grecia antica

  • Andrea Taddei

    Professore di Lingua e letteratura greca - Università di Pisa

  • venerdì 04 Ottobre 2024 - ore 17.30
Centro Studi Religiosi

Video integrale

L’oggetto delle nostre ricerche riguarda i modi, le forme e le finalità dell’evocazione, entro la rappresentazione tragica, di una heortè o di una sequenza specifica di azioni sacre. Avremo modo di osservare come il riferimento ad una festa sia parte di un codice comunicativo che, sollecitando le competenze rituali degli spettatori, permette di veicolare messaggi e informazioni supplementari rispetto a quanto viene agito e rappresentato davanti alla skenè.

Le informazioni trasmesse grazie a un simile codice comunicativo variano a seconda dei contesti di cui esse sono parte, ma possono essere aggregate intorno a finalità definite, che vanno dalla messa a fuoco del profilo e dello sviluppo drammaturgico di alcuni personaggi, alla costruzione di contenitori spazio-temporali per lo svolgimento di eventi non rappresentati sulla scena, fino a una sorta di ricontestualizzazione rituale della performance corale: il ruolo drammatico del coro si definisce infatti proprio mentre il gruppo corale canta e danza nell’orchestra, nel quadro della festa celebrata dalla polis in onore di Dioniso Eleutereo.

All’interno delle tragedie, heortai e complessi rituali coerenti divengono oggetto di allusione indiretta e tutt’altro che esplicita, costruita attraverso la mediazione della voce corale e fondata sulla sollecitazione delle competenze rituali di ciascun cittadino, che partecipa in forme collettive alla dimensione religiosa, nel quadro di molteplici occasioni nel corso dell’anno. Si tratta di occasioni strutturate intorno a un ritmo irregolarmente cadenzato, ma caratterizzato da elementi di coerenza che trovano espressione, per gli Ateniesi, nel calendario che aveva inizio, senza alcuna celebrazione, con il mese estivo di Ecatombeone.

I politai vivevano numerose occasioni di celebrazione del sacro, alle quali partecipavano con differenziate competenze, orizzonti d’attesa più o meno estesi, gradi variabili di coinvolgimento, essendo esclusi da alcune (le feste femminili e i misteri eleusini inibivano la partecipazione di collettività diverse) e globalmente coinvolti in molte altre, come accadeva per esempio nelle Panatenee o nelle Dionisie urbane, che svolgevano anche la funzione di “contenitore” per la rappresentazione stessa dei drammi, verso la metà del mese primaverile di Elafebolione.

Avremo modo di illustrare orizzonti e confini delle indagini condotte, sviluppando prima di tutto un ragionamento intorno alle nozioni di calendario e di festa, e ricostruendo quali siano le caratteristiche che concorrono a identificare e a definire lo status di una heortè. In linea generale, i casi esaminati riguardano complessi coerenti di azioni rituali, caratterizzati da una partecipazione percepita come collettiva, e organizzati secondo una cadenza temporale che trova nel calendario delle varie poleis un contesto di organizzazione, che si ripete annualmente secondo un ritmo conosciuto in quanto direttamente vissuto, dai cittadini.

Il carattere marcatamente pragmatico dell’esperienza religiosa greca antica è presupposto anche teorico per un’identificabilità delle varie feste fondata sulle azioni che all’interno di queste si svolgono. Sono le azioni sacre i singoli fotogrammi che contribuiscono alla costruzione dell’immagine di una heortè quando quest’ultima viene evocata durante una tragedia, ma proprio questa immagine viene costruendosi grazie alla combinazione di vari elementi, tutti fondati  sull’esperienza dei cittadini, e connessi con la cadenza del calendario (i giorni del mese in cui la festa si svolge), con elementi del paesaggio religioso (i luoghi in cui si celebrano i riti) e, appunto, con le azioni sacre che concorrono a formare il contesto festivo.

Ad interessarci saranno, dunque, tanto il modo in cui una heortè viene evocata (un modo indiretto, allusivo, fondato sull’evocazione di dati di esperienza, che passa quasi sempre attraverso la voce del gruppo corale), quanto le possibili funzioni di questa evocazione e costruzione nell’immaginario degli spettatori attraverso la sollecitazione di competenze fondate su dati concreti (elementi temporali, di paesaggio, fotogrammi di azioni sacre).

(da A. Taddei, Heortè. Azioni sacre sulla scena tragica euripidea, Pisa, ETS, 2020, pp. 9-10)*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Altre conferenze del ciclo

Torna all'archivio conferenze