Poter ricondurre l’origine di una tradizione religiosa agli insegnamenti e all’opera di un individuo storicamente esistito può rappresentare il motivo di una maggiore identificazione dei fedeli e di un più solido coinvolgimento della comunità rispetto ai riti e alle dottrine, senza però che tutto ciò comporti una visione univoca e unitaria della stessa tradizione religiosa. Infatti, la difficoltà di determinare l’identità storica del fondatore dovuta all’antichità e alla lacunosità delle fonti, la necessità di ricostruire il modo in cui egli ha inteso la propria opera e l’importanza di individuare quale rapporto si instauri, nella figura del fondatore, tra la dimensione divina e la dimensione mondana, sono solo alcuni degli aspetti che determinano l’elaborazione di diverse – e lontane – interpretazioni della figura del fondatore e della tradizione religiosa che vi si richiama.
Ricostruire le immagini e i caratteri dei fondatori di alcune tra le tradizioni religiose più antiche ancora oggi praticate è quanto il Centro Studi Religiosi ha cercato di fare con la prima parte del ciclo di conferenze dedicato ai fondatori di religioni tra ottobre 2019 e gennaio 2020. È stato così possibile riflettere sugli aspetti più rilevanti, dal punto di vista storico e teologico, delle figure di Akhenaten, Zarathustra, Mosè, Gesù, Maometto, Confucio e Valdo di Lione. Questa prima ricognizione di lungo periodo ha consentito di evidenziare due ulteriori aspetti particolarmente significativi nella riflessione sulle religioni fondate. In primo luogo, l’opera del fondatore non si produce in un contesto storico e sociale privo di una propria tradizione religiosa, cosicché, anche nei casi in cui egli si presenti come il portatore di un insegnamento completamente nuovo, il confronto con la tradizione preesistente diventa importante per comprendere la formazione del suo messaggio. Ciò è ulteriormente vero nel caso in cui il fondatore presenti il proprio insegnamento come un’opera di radicale rinnovamento e di profonda riforma della tradizione religiosa a cui appartiene: in questi casi la sua opera non è volta all’istituzione di una realtà religiosa ex nihilo, ma più spesso al recupero di una condizione originaria attualmente perduta o corrotta, che tuttavia dà vita a una corrente religiosa del tutto nuova. In secondo luogo, nonostante l’opera e la predicazione del fondatore costituiscano messaggi e insegnamenti estremamente efficaci e potenti, spesso tutto ciò non è sufficiente a determinare la nascita di una vera e propria religione. Questo compito viene allora assunto dai primi seguaci e discepoli che si incaricano di raccogliere la testimonianza del fondatore, conservarla per iscritto, diffonderla e tramandarla, per infine giungere a ordinare e regolare le nascenti comunità di fedeli secondo uno stile di vita codificato che rispetti il messaggio originario del fondatore.
Con la seconda parte del ciclo di conferenze, utilizzando le chiavi problematiche qui ricordate, il Centro Studi Religiosi si propone di allargare lo sguardo ad altre figure centrali nella storia delle religioni. Da un lato, l’attenzione si rivolgerà alle esperienze del Buddha Gotama e di Laozi, che rappresentano la dialettica fra tradizione e innovazione. Innestandosi sulla tradizione ascetica dell’India antica, l’insegnamento del Buddha Gotama se ne distacca fino a dare vita a numerose e diverse scuole, il cui pluralismo è dovuto al fatto che lo stesso Buddha ha lasciato libertà di interpretazione riguardo al suo insegnamento. Similmente il daoismo, che la tradizione vuol fare risalire alla figura quasi leggendaria di Laozi, si propone innanzitutto come una filosofia di vita più che una religione, in contrapposizione tanto con le precedenti tradizioni cinesi quanto con il nascente confucianesimo. Dall’altro lato, avremo modo di riflettere sul modo in cui una tradizione religiosa si confronta con il difficile percorso della propria istituzionalizzazione, reso ancor più fonte di conflitti – interni ed esterni – a causa del ‘vuoto’ determinato dalla morte del fondatore e dal problema della sua successione alla guida del movimento religioso. È quanto emerge, per esempio, con Paolo di Tarso, al cui apostolato – svolto in un contesto politicamente e socialmente complesso – si deve l’organizzazione e l’istituzionalizzazione delle prime comunità cristiane, strette fra tradizione giudica e cultura romana. Una situazione socio-politica e religiosa ancora più difficile è quella che caratterizza l’islam nel momento in cui Alī, in seguito a un durissimo conflitto sulla designazione del legittimo successore di Maometto, viene riconosciuto come fondatore della tradizione sciita, determinando così una scissione tra sunniti e sciiti che ancora oggi produce violenza e dolore. Il drammatico nesso tra dimensione religiosa e contesto politico è al centro anche delle vicende legate alla figura di Martin Lutero, inizialmente intenzionato solo a criticare la condizione della Chiesa di Roma, ritenuta una forma di corruzione dell’insegnamento originario cristiano, ma successivamente condotto alla fondazione della tradizione riformata.
Le conferenze del ciclo Fondatori di religioni saranno trasmesse in diretta web sul sito www.fondazionesancarlo.it.
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera e a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è organizzato dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena, ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva di accreditamento degli enti di formazione del personale della scuola n. 170/2016. Le lezioni si tengono presso la sede della Fondazione, in via San Carlo 5, Modena. 059.421237, csr@fondazionesancarlo.it |