La finalità principale del ciclo di conferenze che il Centro Culturale della Fondazione San Carlo organizza nell’anno accademico 2019/2020 consiste nel mostrare, contro una visione riduzionistica spesso prevalente nelle discussioni pubbliche, che la globalizzazione non può considerarsi un fenomeno esclusivamente contemporaneo, caratterizzato in modo unilaterale dalla sola dimensione economica o tecnologica. Al contrario, si vuole rilevare come essa si identifichi con un insieme di processi, di segno talvolta opposto, le cui origini possono essere rintracciate nel tempo profondo e che nel corso della storia hanno assunto fisionomie differenti, investendo il piano sociale, culturale, politico, scientifico e religioso, determinando significative trasformazioni tanto materiali quanto concettuali e simboliche. Per questo si è ritenuto opportuno parlare di globalizzazioni al plurale, proprio per sottolineare la polivalenza sia nella concreta attuazione storica di tali fenomeni, sia nelle loro dinamiche contemporanee.
In quest’ottica, prima di affrontare le questioni più recenti, il ciclo di conferenze intende descrivere una traiettoria di lungo periodo che individui alcuni nodi centrali delle diverse forme di globalizzazione che si sono realizzate nella storia dell’umanità. Le più recenti ricerche nel campo della storia naturale dei primati e dell’evoluzione umana stanno infatti chiarendo il ruolo decisivo svolto dalla mobilità dei nostri antenati, a cominciare dal momento della fuoriuscita dei più antichi rappresentanti del genere Homo dalle regioni orientali e meridionali dell’Africa subsahariana verso l’Eurasia. Ed è proprio nella preistoria che vanno rintracciate le radici della tendenza umana alla diffusione geografica, una propensione che si è manifestata in maniera pressoché costante nei secoli pur assumendo forme e motivi profondamente diversi.
All’accertamento di questo dato si è accompagnata negli ultimi decenni, su impulso dell’attuale processo di globalizzazione, la messa a punto in ambito storiografico di un nuovo modello epistemologico, che si propone di superare la visione eurocentrica e occidentalizzante che ha troppo spesso caratterizzato gli studi storici, per rimarcare invece l’esistenza di scambi e connessioni a livello planetario, ben prima dell’età delle scoperte geografiche che ha inizio nella seconda metà del Quattrocento. Pur avendo come terreno di indagine soprattutto l’età moderna e contemporanea, tali ricerche hanno consentito la revisione sul lungo periodo di una categoria – quella di imperialismo – che ha radici classiche. Di questa idea, e di riflesso di quella di colonialismo, oggi si privilegia una lettura non identitaria ma relazionale, che ha posto in evidenza l’ambivalenza delle traiettorie dell’espansione europea, a partire già dall’antica Roma.
Da un lato queste traiettorie devono essere interpretate in termini di propaganda politico-religiosa, di conquista militare di territori, di sottomissione e asservimento e, non di rado, di sterminio di popoli e gruppi sociali, di sfruttamento di risorse e materie prime, di ricerca di nuovi mercati per i prodotti commerciali e poi industriali. Accanto a tutti questi elementi, certamente decisivi e documentati, deve essere segnalata l’importanza che i contatti tra culture differenti, in un continuo alternarsi di incontri e scontri, hanno avuto nella reciproca conoscenza dei popoli e nella costruzione dei loro immaginari, attraverso la combinazione di visioni precostituite e conoscenze dirette derivanti da viaggi e ambascerie.
Anche grazie agli strumenti forniti dall’antropologia culturale, gli studiosi si sono impegnati nel tentativo di rintracciare e ricostruire le narrazioni elaborate dalle popolazioni native rispetto a colonizzatori, esploratori, viaggiatori e antropologi giunti sul loro territorio. Nonostante si tratti di un’operazione complessa, a causa della scarsità delle fonti a disposizione, essa ha permesso di comprendere che le “società coloniali”, in genere definite come immobili, prive di storia, siano in realtà comunità dinamiche, attente ad autodefinirsi e a pensare le proprie origini, ricorrendo all’uso di concetti e di nozioni distanti da quelle a cui noi siamo abituati, in quanto osservatori esterni.
Questo sguardo rinnovato sul passato può essere di aiuto anche per chiarire i meccanismi di funzionamento di una serie di fenomeni legati alla globalizzazione odierna e che ormai condizionano in modo significativo la vita pubblica e le esistenze individuali, al di là delle divisioni geografiche. Si tratta, in primo luogo, dei cambiamenti intervenuti nel consumo di massa dopo l’avvento di internet e dei social media; in secondo luogo, della convivenza, sul piano sia strumentale sia affettivo-emozionale, dell’essere umano con le macchine intelligenti, considerate sempre più non tanto come oggetti tecnici, ma come veri e propri attori sociali.
Le conferenze del ciclo Globalizzazioni saranno trasmesse in diretta web sul sito www.fondazionesancarlo.it.
Con il contributo di:
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera e a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è organizzato dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena, ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva di accreditamento degli enti di formazione del personale della scuola n. 170/2016. Le lezioni si tengono presso la sede della Fondazione, in via San Carlo 5, Modena. 059.421240, cc@fondazionesancarlo.it |