Invettive, accuse e sfoghi letterari

Ci sono frasi che arrivano alla pagina scritta già cariche degli umori di una digestione cattiva e sembrano il rigurgito di sentimenti acidi a lungo tenuti a freno e ora finalmente liberati.
Argomentate e tese o anche frammentate come conati di una crisi improvvisa, queste frasi nascono con una particolare voce di interiora e quasi con la pasta del fegato o del cuore.
Sono scritture in prima persona – invettive, sfoghi e maledizioni letterarie – che ritraggono gli autori nella speciale posa del giusto o della vittima innocente e sono espresse in una tonalità acre e sofferta che dona loro l’aura del vero.
I destinatari sono anch’essi in una posa monumentale e siedono per lo più sullo scranno del potere: sono padri e padreterni, amanti traditori, giudici asserviti.
Giobbe, Eloisa, Kafka, Artaud, Don Milani, Manganelli li affrontano coraggiosamente con la complicità di lettori ironici e divertiti oppure a loro modo risentiti.
L’undicesima edizione di VivaVoce offre all’ascolto le loro accuse come un esercizio prezioso per dare forma e voce alle passioni di rivolta.