Con l’avvento dell’età contemporanea, il modello politico della sovranità, che era stato alla base della genesi degli Stati europei e che aveva rappresentato una delle condizioni fondamentali della modernità stessa, entra definitivamente in crisi. Mentre lo Stato moderno era il risultato di un processo di centralizzazione politica, amministrativa, burocratica e giuridica, che consentiva il superamento del particolarismo feudale, oggi si assiste a una rinnovata frammentazione dei poteri in reticoli spesso non facilmente individuabili e decifrabili. Mentre lo Stato moderno deteneva il monopolio della forza su scala territoriale e aveva tra i propri scopi la neutralizzazione dei conflitti interni ed esterni, nel mondo globale l’esercizio della violenza sembra sempre più demandato a organismi sovranazionali o a una molteplicità di attori di tipo non statuale, oltre che sfuggenti, come nel caso del terrorismo internazionale. La sovranità statale sembra così incapace di rispondere alle questioni sollevate dalla globalizzazione e dall’espansione del capitalismo finanziario. Queste trasformazioni hanno comportato conseguenze decisive nella ridefinizione dello scenario politico, che appare ora dominato dall’oscillazione tra due estremi: da una parte, il rischio della tentazione egemonica e imperiale coltivata dalle grandi potenze, che si servono della forza militare, dell’organizzazione del mercato economico, dell’uso spregiudicato dei mezzi di comunicazione e di informazione di massa per imporre modi di dominio pervasivi; dall’altra parte, la disgregazione della società nei suoi elementi costitutivi, caratterizzati non solo da differenze socioeconomiche talvolta incolmabili, ma anche da appartenenze culturali e identità religiose ed etniche in conflitto tra loro.
Il ciclo di conferenze organizzato tra febbraio e aprile 2018 dal Centro Culturale della Fondazione Collegio San Carlo sul tema della politica si propone di indagare proprio questi mutamenti, proseguendo la riflessione inaugurata nell’autunno 2017. La prima parte del ciclo si è sviluppata a partire da una ricognizione sulle forme e sui modelli politici che hanno caratterizzato le società occidentali in alcune fasi cruciali della loro storia (dalla polis greca alle visioni politiche dell’illuminismo, dal processo di emancipazione delle donne tra Ottocento e Novecento alle democrazie contemporanee), coinvolgendo categorie quali la legittimità del potere, il principio di rappresentanza, il concetto di opinione pubblica e la nozione di cittadinanza. In questa seconda parte la riflessione si concentrerà sulla contemporaneità, muovendosi lungo direttrici diverse, nel tentativo di far interagire gli strumenti del pensiero filosofico-politico con le analisi economiche e le teorie e le pratiche artistiche. In quest’ottica interdisciplinare si esamineranno i cambiamenti intervenuti nella riconsiderazione della geografia politica, mostrando come nell’epoca globale confini e frontiere, anziché essere cancellati a favore della libera circolazione di persone e cose, si sono moltiplicati, acuendo di conseguenza la conflittualità sociale e creando aree estese di disagio, emarginazione e povertà anche nei paesi occidentali. Il contrasto alla distribuzione ineguale delle risorse comporta, in primo luogo, la revisione dello stato sociale rispetto a inedite dinamiche demografiche e occupazionali; inoltre, è necessario il superamento della logica dell’homo oeconomicus, dominante nella teoria economica classica, volta alla massimizzazione del profitto e incapace di tener conto delle interdipendenze e dei legami che si instaurano tra le persone. Alla promozione di politiche di protezione nei confronti di settori della popolazione in difficoltà si accompagna sempre più spesso l’incoraggiamento di azioni economiche che partono dal basso (volontariato, finanza etica, microcredito, commercio equo e solidale) e che si fondano sulla solidarietà, sullo scambio e sulla responsabilità dei singoli e delle imprese. In tal modo, la partecipazione attiva dei cittadini affianca quella più tradizionale dei mercati e delle istituzioni nell’orientamento delle scelte che hanno ricadute sulla collettività. Ciò comporta un ripensamento dei rapporti tra lo spazio pubblico – soggetto in maniera crescente a una privatizzazione e spoliticizzazione che si manifesta sia a livello istituzionale sia a livello ideologico – e l’ambito privato, che si è trasformato già nel corso del Novecento in uno strumento di controllo politico.
Un contributo fondamentale per la ricostruzione della sfera pubblica può essere svolto proprio dal recupero del ruolo delle discipline umanistiche e delle arti, che pure nella storia hanno intrattenuto un rapporto contradditorio con l’autorità e con il potere: talvolta questa relazione si è presentata come una totale soggezione, legata anche alla necessità delle committenze, in altri casi ha mostrato un aperto contrasto in nome dell’autonomia e della libertà dell’artista. La riscoperta della funzione sociale delle arti consentirebbe di interpretare e far emergere le motivazioni profonde che stanno alla base di una comunità politica e di elaborare un linguaggio per le emozioni, rendendo così possibile la traduzione verbale delle esperienze umane e insieme l’adozione di uno sguardo critico sul presente. Tale recupero degli studi umanistici deve partire dalla consapevolezza del carattere sociale di tutti i fenomeni culturali, della loro natura storicamente determinata e della necessità di creare spazi di confronto e di dialogo con le scienze naturali, al di là dei limiti imposti dalla specializzazione dei saperi.
Le conferenze del ciclo Politica saranno trasmesse in diretta web sul sito www.fondazionesancarlo.it.
Con il contributo di:
Riepilogo
Anno accademico | |
---|---|
Tema |
|
Periodo | |
Informazioni e contatti | La partecipazione è libera e a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è organizzato dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena, ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva di accreditamento degli enti di formazione del personale della scuola n. 170/2016. Le lezioni si tengono presso la sede della Fondazione, in via San Carlo 5, Modena, tel. 059.421240, cc@fondazionesancarlo.it. |