Aspetto essenziale, ancorché talvolta fragile e ‘invisibile’, dell’agire individuale e delle relazioni interpersonali, la fiducia si presenta, nelle società contemporanee, sotto una pluralità di aspetti (sociologici, antropologici, filosofici e religiosi) che riguardano la sfera privata, ma che individuano anche un elemento necessario per la tenuta delle istituzioni e per la stabilità della società civile. La fiducia, infatti, non caratterizza solo le società premoderne ma anche i sistemi sociali formalizzati e burocratizzati, il cui funzionamento non è esente da forme di reciprocità e di cooperazione (familiare, amicale, professionale, economica, politica) che contribuiscono alla strutturazione del carattere materiale e simbolico della vita individuale e collettiva circoscritta dalla dialettica tra aspettativa ed esperienza. La fiducia funge così da sostrato ‘immateriale’ delle società complesse e per questo motivo essa è elemento centrale dell’agire sociale inteso come risultato di molteplici fattori emotivi, morali, psicologici e religiosi che mirano a una “stabilizzazione dell’orizzonte di mondo” in grado di rispondere alle diverse forme di insicurezza e incertezza attraverso una riduzione della complessità. Questo carattere socialmente costitutivo della fiducia (per esempio, nel suo essere condizione di possibilità della comunicazione linguistica e dei processi di apprendimento) espone ovviamente a rischi di frustrazione e delusione, perché non a tutte le aspettative fiduciarie, talvolta date per scontate sia soggettivamente che intersoggettivamente, corrisponde la costituzione di concreti beni relazionali e cooperativi. Nel suo essere legata alla contingenza del mondo essa, tuttavia, appare necessaria soprattutto nell’epoca contemporanea, sottoposta a continui processi globali di riorganizzazione e differenziazione, di fronte ai quali la fiducia declinata come “disposizione di apertura al mondo” può favorire lo sviluppo di risorse tanto sul piano del progresso materiale, quanto su quello dell’equità sociale.
Il ciclo di lezioni del Centro Culturale si propone di discutere il carattere poliedrico della fiducia attraverso una riflessione interdisciplinare e comparativa tra alcuni snodi, allo stesso tempo storici e teorici, rappresentativi delle mutazioni del concetto nella cultura europea.
La declinazione della fiducia in “credenza”, cioè in una dimensione stabilizzatrice della tradizione o dei saperi condivisi, può essere determinata da una concezione politica della persuasione che, intesa come adesione acritica e conformistica all’ordine sociale normativo, è stata considerata sospetta e sottoposta a critica dalla filosofia greca. Nel mondo romano invece la fiducia, lungi dal presentarsi come carattere costitutivo della vita privata o come elemento di sospetto nei confronti della struttura socio-culturale, giunge ad assumere un vero e proprio ruolo istituzionale, fino a diventare istituto giuridico che – allo stesso modo di un contratto – prevede sanzioni pubbliche.
La poliedricità della fiducia è del tutto evidente anche nella distinzione tra due modi diversi di determinare la legittimazione della struttura socio-culturale. Con il paradigma dell’ infidelitas, infatti, il cristianesimo medievale provvede a stabilire un nesso diretto tra tradimento della fede e tradimento della fiducia, innervando la dimensione mondana con una dimensione trascendente che tende a sacralizzare i rapporti di fiducia. Al contrario, l’irrompere del moderno provvede a elaborare un modello mondano di legittimazione della struttura socio-politica attraverso un processo di istituzionalizzazione e formalizzazione della fiducia reso possibile dalla rivoluzione individualistica dell’istituto della rappresentanza.
Il carattere strutturale della fiducia nell’epoca contemporanea è messo in rilievo per un verso dalla sua centralità nelle relazioni di mercato – che mettono in gioco questioni essenziali (responsabilità, trasparenza, controllo, efficienza, accesso al credito e alle informazioni ecc.) per un corretto funzionamento delle società liberal-democratiche – e per altro verso dal suo essere una componente essenziale della dimensione privata e della vita quotidiana, connotate da forme individuali di lealtà plurime i cui orizzonti di attesa si inscrivono entro una più complessiva riflessione sulle condizioni di possibilità di una ‘mappatura’ della soggettività moderna.
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è inserito tra i corsi di formazione di carattere regionale per l’Anno Scolastico 2004/2005 (Decreto dell'Ufficio Scolastico Regionale per l'Emilia Romagna n. 312, 1 settembre 2004) . Le lezioni si tengono presso la Fondazione Collegio San Carlo, via San Carlo 5, Modena. tel. 059/421210, fax 059/421260 cc@fondazionesancarlo.it www.fondazionesancarlo.it |