Negli ultimi tempi il dibattito sui rapporti tra la religione, la politica e la società pare polarizzarsi in modo crescente attorno al confronto tra due posizioni apparentemente inconciliabili. Da un lato, vi è chi sostiene che la società nella quale viviamo rappresenta il culmine del processo di secolarizzazione e laicizzazione di tutti gli ambiti della vita pubblica, avviatosi con la modernità e con l’enfasi da essa posta sulla separazione tra lo Stato e le chiese: gli spazi residui occupati dal sacro, già oggi marginali, sarebbero pertanto destinati a restringersi ulteriormente fino ad arrivare a dissolversi, in un futuro più o meno prossimo, a favore di una totale privatizzazione dell’esperienza sacra e religiosa. Da un altro lato, vi sono coloro che sostengono che questo arretramento sarebbe solo il risultato di un errore di percezione, dovuto al fatto che le espressioni del sacro della contemporaneità sono solo parzialmente legate ai meccanismi istituzionali che hanno caratterizzato le religioni storiche: in realtà, il sacro coinvolgerebbe sempre più la relazione tra singoli, o gruppi parzialmente strutturati, e la sfera del divino e includerebbe nuove forme di spiritualità non sempre facilmente individuabili e circoscrivibili. Quindi, anziché parlare di debolezza o di scomparsa del sacro, bisognerebbe invece riconoscerne la forza propulsiva, che si dispiega nella capacità di interessare in modo totalizzante le esistenze individuali e di modellare, in modo altrettanto incisivo, le identità collettive. Al di là di queste visioni contrapposte, quel che è certo è che se la funzione svolta dal sacro nelle società odierne non può dirsi completamente originale, presenta comunque evidenti e rilevanti caratteri di novità rispetto al passato. Novità che per essere analizzate richiedono nuove categorie ermeneutiche, o perlomeno una ridefinizione di quelle esistenti.
Prendendo le mosse da questa constatazione, la prima parte del ciclo di conferenze organizzato dal Centro Studi Religiosi della Fondazione Collegio San Carlo di Modena intende proporre, attraverso sette appuntamenti previsti tra ottobre 2018 e gennaio 2019, un percorso storico sull’evoluzione della nozione di sacro dall’antichità al mondo moderno e contemporaneo (la cui analisi sarà approfondita nella seconda parte del ciclo, tra febbraio e aprile 2019). L’intento è mostrare come il sacro sia un “fatto” culturale complesso, determinato dalle strutture e dalle istituzioni e al tempo stesso capace di modificarle e trasformarle sul breve e lungo periodo. Un simile compito implica anzitutto la necessità di sgombrare il campo dagli errori che spesso caratterizzano il discorso pubblico su questi argomenti. Bisognerebbe infatti guardarsi dall’operare inopportune semplificazioni, gran parte delle quali tese a stabilire un’equazione troppo rigorosa tra sacro e religioso, quasi che si trattasse di due domini largamente se non addirittura interamente sovrapponibili. Sarebbe inoltre auspicabile evitare generalizzazioni, cioè considerare che modelli interpretativi messi a punto in alcuni specifici contesti storico-geografici possano adattarsi, senza modifiche, ad altre situazioni, o ritenere che nel corso del tempo le manifestazioni del sacro presentino caratteri comuni e rispondano a bisogni analoghi. Infine, sarebbe opportuno rinunciare agli anacronismi, sulla base dei quali si tende a proiettare sul passato concezioni prettamente moderne o ancora, in un’ottica neocolonialista, a ricondurre più o meno forzatamente l’ignoto al noto, trascurando le specificità locali.
Dopo una conferenza inaugurale dedicata alle definizioni del sacro nella storia delle religioni e in campo antropologico, il ciclo si soffermerà su alcuni momenti cruciali della riflessione sul sacro e delle pratiche ad esso legate. Per il mondo antico si darà spazio in primo luogo agli articolati processi di formazione delle dottrine ermetiche, al loro contenuto teologico e alla loro capacità di diffusione, quindi all’intreccio tra riti, culti e dimensione performativa nella Grecia antica, nonché alla centralità dei meccanismi di fondazione delle città per la definizione della sfera religiosa nella cultura romana. Per ciò che concerne l’epoca medievale, ci si concentrerà invece sul valore sacro associato alle spoglie e agli oggetti appartenuti a martiri e santi, oltre che ai conflitti sul loro possesso che coinvolsero enti ecclesiastici e poteri secolari. Il rinnovato interesse per l’indagine sulla natura sviluppatosi a partire dal Rinascimento sarà approfondito attraverso l’esplorazione della molteplicità di esperienze che lo caratterizzano, dal recupero di suggestioni ermetiche e neoplatoniche fino alle raffinate speculazioni sul valore pratico-conoscitivo della magia. Tra età moderna e contemporanea sarà infine esaminata la parabola dell’idea di secolarizzazione, nata all’indomani delle guerre di religione combattute in Europa tra la metà del Cinquecento e la metà del Seicento, e più volte ridefinita nel corso dei secoli successivi. Se ne seguiranno gli sviluppi tra Settecento e Ottocento, fino a giungere alla svolta del Novecento e alle attuali discussioni sulla post-secolarizzazione, che impegnano e dividono sia il campo degli specialisti sia l’opinione pubblica.
Riepilogo
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera e a richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il ciclo di lezioni è organizzato dalla Fondazione Collegio San Carlo di Modena, ente accreditato presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ai sensi di quanto previsto dalla Direttiva di accreditamento degli enti di formazione del personale della scuola n. 170/2016. Le lezioni si tengono presso la sede della Fondazione, in via San Carlo 5, Modena. 059.421237, csr@fondazionesancarlo.it www.fondazionesancarlo.it |