Saranno gli storici a verificare se il 2008 avrà un significato pari o simile a quello di date simboliche per le società occidentali quali il 1929 (il crollo della borsa di Wall Street) o il 1944 (la conferenza di Bretton Woods). Indipendentemente dalla fondatezza di questo giudizio, la crisi sistemica che oggi investe le istituzioni finanziarie e produttive ha messo radicalmente in discussione un modello di sviluppo la cui sostenibilità si è rivelata illusoria. Il modello di produzione e di consumo che ha caratterizzato i paesi occidentali a partire dagli anni Ottanta ha infatti condotto a esiti di non sostenibilità non solo sul piano della giustizia sociale e della tutela ambientale, ma anche sul piano della qualità della vita e del lavoro. Non può essere infatti trascurata la constatazione secondo la quale sempre più numerose sono le dimensioni sociali sfuggite – con il rischio di produrre tensioni conflittuali sul piano sociale – a un’equilibrata considerazione dei costi e dei benefici non tanto in termini genericamente quantitativi, quanto soprattutto qualitativi.
Il confronto con la questione della sostenibilità non può tuttavia essere legato solo all’emergenza della crisi contemporanea (economica, sociale, politica) che ha condotto a parlare di "crisi", "declino", "decrescita". La questione ha infatti una lunga e complessa storia che risale almeno agli anni Ottanta e che attraversa diverse tradizioni filosofiche, economiche e culturali. In una forma semplificata è possibile affermare che, nelle questioni della sostenibilità e dello sviluppo sostenibile, si avverte la problematicità del complesso rapporto tra sviluppo economico, equità sociale, cultura del consumo, questione ambientale e responsabilità nei confronti delle future generazioni. Il dibattito in materia è ampio e aperto. Molti studiosi hanno infatti affermato che la prospettiva della sostenibilità non aprirebbe scenari davvero innovativi perché sarebbe ancora troppo legata alle logiche occidentali di mercato, da cui sono escluse le culture altre. Studiosi di altra impostazione hanno invece ritenuto che si tratti comunque di una linea riformista in grado di temperare l’aggressività di un capitalismo globale ormai dominante, così da accordare priorità all’ambiente e alle persone, ovvero alla consapevolezza che sostenere i sistemi di vita – l’integrità dei loro processi, dei loro ritmi e dei loro cicli – significa assumere come linee guida i principi di salute, ecologia, equità e responsabilità.
Con la nona edizione del seminario di cultura europea «Le frontiere dell’Europa» il Centro Culturale intende discutere, a partire dall’attuale quadro socio-economico europeo, le trasformazioni imposte ai modelli occidentali di sviluppo non solo dall’attuale crisi finanziaria, ma anche dal necessario ripensamento di un modello di produzione e di consumo fondato su criteri puramente quantitativi ormai obsoleti che sono all’origine della distruzione di risorse limitate e non rinnovabili. La discussione sarà orientata lungo due assi principali. Da un lato, l’indagine verterà sui modelli di sviluppo sostenibile in grado di generare nuove forme di socialità, cooperazione, responsabilità ed equità in un quadro di tutela della persona, dell’ambiente e delle risorse primarie. Dall’altro lato, l’indagine verterà sulle politiche europee in materia di sviluppo sostenibile (energia, ambiente, salute, alimentazione) che sono all’ordine del giorno del Consiglio europeo, della Commissione e del Parlamento, allo scopo di valutarne l’adeguatezza e l’efficacia, anche in relazione alle azioni promosse dagli Stati membri. Lo scopo del seminario consiste dunque nella discussione di teorie e politiche in grado di delineare una riforma delle tradizionali società dei consumi in vista di un’innovazione sociale, economica e culturale in grado di tenere insieme l’attuale complessità globale.
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Informazioni e contatti | La partecipazione è libera. A richiesta si rilasciano attestati di partecipazione. Il seminario gode dell'accredito ministeriale per la formazione del personale della scuola (D.M. 18 luglio 2005). |