In occasione dell’uscita del quarto e ultimo volume della sua Dialogica (Editrice Morcelliana), Bruno Forte discute dell’opera con Vincenzo Vitiello e Umberto Regina.
«È possibile un’etica senza Dio? Se sì, dove fondare l’esigenza assoluta di fare il bene e di evitare il male, dal momento che non esisterebbe alcun Assoluto a cui ancorarla? […] È l’assolutismo della soggettività l’unico spazio in cui fondare l’esigenza del bene e la ripugnanza del male? È a partire dal crogiuolo di queste domande – quelle di una modernità ferita, insoddisfatta del passato e inquieta di sé – che nasce questo libro: il suo tema è quello della fondazione dell’etica, in un’epoca in cui il passaggio dal fenomeno al fondamento appare tanto necessario, quanto spesso evaso; la sua causa non è un ritorno nostalgico all’oggettività pura e astratta del bene – o per converso all’odiosità intrinseca del male; la sua ricerca si muove fra le due sponde del rifiuto di un soggettivismo assoluto e quello di una Legge così alta ed astratta da essere straniera alla più profonda nostalgia del cuore umano, alla sua struttura inquieta e problematica, al suo essere imprescindibilmente nel tempo e nella storia. Dialogando con alcune delle voci più autorevoli e significative che hanno fatta propria la stessa domanda, il libro rintraccia i segni di una risposta che corrisponda all’altezza della questione: è possibile un’etica senza Trascendenza?».
Riepilogo
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