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La conferenza si propone di rileggere e interpretare i motivi religiosi e teologici presenti nel Giudizio universale eseguito da Michelangelo per la parete di fondo della Cappella Sistina, quasi trent’anni dopo il completamento dei lavori per la volta. Il grandioso affresco fu realizzato, infatti, tra il 1536 e il 1541 su incarico di Clemente VII (Giulio de’ Medici) e fu completato durante il pontificato di Paolo III (Alessandro Farnese). L’opera, che può considerarsi uno dei grandi capolavori della storia dell’arte mondiale, fu ben presto oggetto di numerose critiche per quelle che vennero da più parti considerate le novità licenziose che Michelangelo aveva introdotto rispetto a una tradizione iconografica consolidata e all’ortodossia definita dalla Chiesa romana: dalle nudità dei corpi alla particolare disposizione delle figure dei dannati e dei beati, fino all’atteggiamento del Cristo giudicante.