La grande installazione di specchio progettata da Anne e Patrick Poirier per il festivalfilosofia e l'Atrio del Palazzo dei Musei sviluppa la linea di lavoro di opere recenti come La casa della memoria (2005) e La fabbrica della memoria (2006).
La base della costruzione architettonica riprende nella sua geometria ellittica la forma del cervello e si sviluppa in altezza con otto pannelli specchianti verso l'interno e verso l'esterno a formare una stanza dell'interiorità.
Parole e frasi incise sulle pareti a specchio articolano le azioni e reazioni della mente – pensieri significati sogni immaginazioni – e il continuo lavoro della memoria che cancella e conserva, imita e ricostruisce.
I pannelli esterni, soglia riflettente della coscienza, includono nel paesaggio mentale gli immobili frammenti archeologici sistemati nell'Atrio – sarcofagi statue steli colonne – e le figure passanti del presente, facendole convergere come citazioni sparse verso la stanza interiore dove ricompaiono articolate come tracce incise di una biblioteca mentale e qui si riconfigurano e rimbalzano lungo le inesauribili traiettorie della riflessione.
La stanza, accessibile al visitatore, è aperta verso l'alto e riflette sulla base specchiante le volte antiche dell'Atrio che vengono così a costituire il fondamento per l'identità individuale, in un gioco proiettivo che mette magistralmente in scena il lavoro della memoria culturale e la sua labirintica interiorizzazione.
Anne e Patrick Poirier, formatisi all'Ecole Nationale Supérieure des Arts Décoratifs di Parigi, lavorano insieme dagli anni Sessanta. Artisti interdisciplinari di rilievo internazionale, hanno posto al centro del loro lavoro la riflessione sulla violenza della storia, la fragilità delle culture umane e le forme della loro trasmissione attraverso la rovina e il frammento. Vicini alle scienze umane, operano con tutti i media espressivi: erbari, rilievi topografici, fotografie, ex-voto, disegni e soprattutto con installazioni – minime o imponenti – che reinventano paesaggi di rovine, vere e proprie utopie ribaltate, come modelli del lavoro della memoria culturale. Da quindici anni lavorano al tema della casa-cervello, luogo dove la memoria collettiva interseca la psiche individuale.
Hanno viaggiato e lavorato in tutto il mondo, con mostre personali nei musei più prestigiosi: al Neuer Berliner Kunstverein (1977), al Centre Georges Pompidou di Parigi (1978), al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles (1978), al MOMA (1978), al P.S.1 (1980) e al The Brooklyn Museum (1984) di New York, al Museum Moderner Kunst di Vienna (1993), allo Schirn Kunsthalle di Francoforte (2000).
Hanno partecipato a tutte le più significative manifestazioni internazionali:, fra le quali la Biennale des Jeunes di Parigi (1973), la Biennale di Venezia (1976, 1980, 1984), Documenta di Kassel (1977), la Biennale di Lione (2000).
Loro opere sono conservate nelle più importanti collezioni pubbliche e in particolare al Centre National d'Art Contemporain di Parigi, al Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, al Museum Ludwig (Aachen, Coblenza, Colonia, Vienna), alla Nationalgalerie di Berlino,al Solomon R. Guggenheim Museum di New York, alla Tate Gallery di Londra e, in Italia, al Museo Pecci di Prato e alla Fattoria di Celle a Pistoia.
Vivono tra la Provenza e Parigi.
Rosalba Paiano è professoressa di Estetica all'Accademia di Belle Arti di Bologna e curatrice di numerose esposizioni, tra cui Confini (Forlì, 2007). Da alcuni anni cura le Conversazioni d'arte per Arte Fiera (Bologna) e il Premio Carmen Silvestroni (Forlì). È inoltre curatrice del Corso superiore di arti visive presso il Premio Campigna.
Allestimento a cura di: Federico Zanfi
Realizzazione: Grazi Cristalli
Inaugurazione: venerdì 14 ore 18.30 con Rosalba Paiano alla presenza degli artisti
La mostra prosegue fino al 2 dicembre 2007 con i seguenti orari:
Dal lunedì alla domenica: 7.30 – 19.30