In mostra:
scultura (2004)
– Device to Cast Light on the Bottom of Feet (Meccanismo che illumina ai piedi dei piedi)
– Enlarged Object to Cast Light In-between the Toes (Oggetto allargato per illuminare tra le dita dei piedi)
video performance (1970-71)
– Two-Stage Transfer Drawing
– Rocked Hand
– Air Pressure
– Fusion Tooth and Nail
– Forming Sounds
– Nail Sharpening
– Identity Transfer
fotografia (1970)
– Reading Position for Second Degree Burn
Dennis Oppenheim (Electric City, USA, 1938) fa parte, insieme a Bruce Nauman, Robert Smithson, Michael Heizer, Vito Acconci, Robert Morris e Gunther Uecker, di quella generazione di artisti di area americana che ha contribuito in modo determinante a rinnovare l’idea e i linguaggi dell’arte contemporanea. Già nel 1968, a proposito dei suoi primi “earth-works”, Lucy Lippard conia il termine “dematerializzazione”, con ciò sottolineando una caratteristica dominante e originale nel lavoro di Oppenheim, quella di una forma che transita da un materiale o un oggetto all’altro facendosi emblema del fare, ma insieme segno fisico ed epifanico di un divenire che non ha fine. Sotto questo profilo, esistono molte opere, sia tra quelle della fine degli anni sessanta, sia tra quelle più recenti, che testimoniano la sua predilezione, tra i cinque sensi, per il tatto, per un’idea epidermica della forma, dell’oggetto, delle cose. Il trasferimento di una forma da un contesto all’altro (idea non manipolatoria) si intreccia con quella di impronta che richiama pur sempre la mano e il toccare.
Per la Chiesa di San Paolo Oppenheim propone due sculture realizzate nel 2004, rispettivamente Device to Cast Light on the Bottom of Feet (Meccanismo che illumina ai piedi dei piedi) e Enlarged Object to Cast Light In-between the Toes (Oggetto allargato per illuminare tra le dita dei piedi), due opere dotate di una forte carica ironica, come è nello stile dell’artista, due opere fuori scala, pantagrueliche e assolutamente visionarie, nelle quali il tatto si concentra sulla sensibilità dei piedi.
Accompagnano la mostra le video-performance Two-Stage Transfer Drawing, Rocked Hand, Air Pressure, Fusion Tooth and Nail, Forming Sounds, Nail Sharpening, Identity Transfer realizzate fra il 1970 e il 1971. Si tratta di performance storiche nelle quali la dimensione tattile viene esperita in diverse situazioni: l’artista traccia un segno sulla schiena del figlio che ripete il segno sul muro e viceversa, oppure ricopre di pietre la propria mano, o ancora affila la propria unghia, dipinge di un unico colore denti e unghie, registra i movimenti trasmessi alla pelle della mano da un getto di aria compressa, varia con le mani il suono emesso da una donna, trasferisce l’impronta del pollice destro a quello sinistro e al palmo della mano. C’è l’aspetto ludico, ma in questo caso l’ironia e il gioco compongono una sorta di teoria applicata che rivela quanto e come la visionarietà dell’artista sia legata alla sua dimensione “somatica”.
Completa la mostra la sequenza fotografica di Reading Position for Second Degree Burn realizzata nel 1970 alla Jones Beach di New York, quando l’artista è rimasto steso al sole a torso nudo per cinque ore con un trattato ottocentesco di artiglieria a cavallo aperto sul petto. Un disegno epidermico impresso dal tempo di esposizione alla luce.
Curatore: Mario Bertoni
Mario Bertoni è nato a Modena il 21.12.1950.
Nel 1976 si è laureato in Filosofia all’Università degli Studi di Bologna con una tesi in Estetica. Relatore Luciano Anceschi.
Attualmente organizza, per conto della Provincia di Modena, manifestazioni internazionali d’arte contemporanea e rassegne di video art nella chiesa di San Paolo di Modena.
Ricercatore storico, critico militante e giornalista, nel 1998 ha pubblicato Tempi e forme. Una ricerca sulle arti visive contemporanee, presso la casa editrice hopefulmonster di Torino, che riassume l’esperienza di vent’anni di lavoro in una prospettiva che tiene conto, ad un tempo, delle coordinate storiche e delle sollecitazioni dell’attualità.
Nel corso degli anni articoli, interviste, saggi, interventi suoi sono apparsi su riviste e quotidiani (l’ “Unità”, “il verri”, “Segno”, “Carte d’arte”, “l’altritalia”, “D’Ars”, “Juliet”, “Quaderni di Palazzo Te”, “Steve”, “Leader”, “2000 Incontri”, “Sturzflüge”, “Studi di Estetica”, “Riga”, “Coevit”, “Eutropia”). Ha curato mostre, cataloghi e monografie di artisti contemporanei (Marco Bagnoli, Luca Caccioni, Pier Paolo Calzolari, Fabrizio Corneli, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Franco Guerzoni, Paolo Icaro, Mario Merz, Vittorio Messina, Giulio Paolini, Giuseppe Spagnulo, Vladimir Skoda, Luigi Stoisa, Franco Vaccari, Gilberto Zorio).
Ha organizzato convegni e tenuto conferenze sui sistemi dell’arte, indagando il concetto di valore (strutturale, mercantile, critico ed estetico) dell’opera d’arte, la rete museale italiana per l’arte contemporanea, il collezionismo, le categorie della critica.
La mostra proseguirà fino al 16 ottobre con i seguenti orari:
Lunedì: chiuso
Dal martedì al venerdì: 17.00-19.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00-13.00 e 17.00-20.00