Don Quichotte

Concerto dell'Orchestra L'Arte dell'ArcoUgo Pagliai: voce recitanteFrancesco Guglielmo: violino e direzione

Festival Filosofia

Programma

G.Ph.Telemann (1681-1767) – Sinfonia in Re maggiore  TWV 44/1

Spirituoso
Largo
Vivace

J.Bodin de Boismortier (1689 – 1755) – Don Quichotte chez la Duchesse

Ouverture (Large, Vif)
Marche
Menuet – Air pour le patres
Tambourin 1 e 2
Gavotte 1 e 2
Bourree
Passepied
Marche
Chaconne

G.Ph.Telemann – Ouverture, Burleque de Quixotte in Sol maggiore TWV 55/G10

Ouverture (Maestoso, Allegro)
Le Reveil de Quixotte
Son Attaque des Moulins a Vent (Tres vite)
Les Soupirs amoreux apres la Princesse Dulcinee
Sanche Panche berne
Le Galope de Rosinante
Celui d’Ane de Sanche
Le couche de Quixotte

I pensieri e le gesta, i sogni e le illusioni di Don Quichotte sono tratteggiati, dal prologo all’epilogo del testo originale di Cervantes, dalla voce di Ugo Pagliai e si alternano con le più celebri letture musicali degli stessi episodi di Georg Philip Telemann (1681 – 1767)  e Joséph Bodin Boismortier (1689-1755). L’intreccio disegna una delle figure umane e letterarie più straordinarie.
Riferimento essenziale per la cultura mondiale, motivo di ispirazione per artisti, musicisti, letterati, registi di cinema e teatro, oggetto di dibattito di critici e studiosi, connubio di vari generi letterari, dal romanzo cavalleresco – anche se in chiave parodistica -, al genere picaresco, alla novella, al dialogo letterario, al romanzo pastorale e d’avventura, Don Quichotte continua ad essere moderno nel suo essere “simbolo dell’umanità” (Thomas Mann). Pubblicato in una prima versione nel 1605, il romanzo narra le stralunate avventure di un anziano signore di provincia che, trascorsi anni e anni a divorare libri di cavalleria, perde il senno e decide di farsi paladino di nobili ideali. Sceglie un contadino un po’ impacciato, Sancho Panza, come suo fedele scudiero e, travolto da una impetuosa immaginazione, sostituisce la realtà che lo circonda con la visionarietà fantastica dei romanzi. Intorno a Don Quichotte e Sancho Panza, due archetipi dell’umanita, ruota un mondo pittoresco e contraddittorio dove follia ed esaltazione, sogno e realtà si fondono con una dolente consapevolezza delle umane miserie.  El ingenioso hidalgo Don Quijote de la Mancha  è anche un libro pieno di musica, dove  risuonano trombe, tamburi, arpe, clarini, ciaramelle, corni, ribeche. Non vi è musico che non sia degno dell’attenzione di Don Quichotte, nel corso delle sue avventure ed egli stesso è un musico, cantore  e compositore di romance per lenire le pene d’amore.
La musica ha ripagato, a sua volta con altrettanto amore, il Quijote. Tra le numerosissime versioni musicali dell’illustre personaggio il poema sinfonico di Richard Strauss costituisce forse il brano più universalmente noto. La Burlesque de Quixotte di Telemann (che ascolteremo in versione integrale) e l’opera teatrale Don Quichotte chez la Duchesse di Joseph Bodin de Boismortier, pubblicata a Parigi nel 1743,  costituiscono la fonte principale da cui sono stati tratti i brani musicali proposti nello spettacolo, pagine di carattere brillante e descrittivo, per organico di soli strumenti, estrapolate al fine di costruire la sequenza di una sorta di Suite che, attraverso  il linguaggio coinvolgente della musica “dedicata”,  portasse a ripercorrere alcuni  episodi tratti  dalle avventure del Cavaliere. Un secondo percorso,  che seleziona varie pagine dell’imponente opera di Cervantes,  accuratamente  scelte dal poeta Davide Rondoni, è affidato alla sapiente lettura dell’attore Ugo Pagliai.  Ne è scaturito un originale e  compiuto “racconto in musica” dal ritmo pulsante e sostenuto, dove il dialogo tra musica e parola rapisce e guida l’ascoltatore attraverso alcune vie maestre del capolavoro del sommo scrittore spagnolo.

Nato a Pistoia il 13 novembre 1937, Ugo Pagliai cominciò a frequentare il teatro da piccolo seguendo in particolare le programmazioni fiorentine. Già nella sua città natale ebbe modo di avere esperienza come attore, ma in questa direzione si volse decisamente con l’iscrizione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica (1958). Dopo il diploma fece parte della compagnia Randone Fortunato, dal 61 al 63 si legò alla Compagnia "I nuovi", diretta da Guglielmo Morandi per la TV. Negli anni 63 64 fu presso la Stabile di Genova, diretta allora da Luigi Squarzina, partecipando a "Ciascuno a suo modo" (Pirandello) e "Corte Savellla" (Anna Banti). In questo periodo figurò nel cast de "Il Conte di Montecristo", elaborato per la TV da Edmo Fenoglio. Seguì un anno allo Stabile di Roma e, subito dopo allo Stabile dell’Aquila con diverse incursioni nella televisione. Dal 73 tornò ad essere sempre più presente sulla scena, con Con Rossella Falk, la regia di Giorgio De Lullo, Lilla Brignone, si possono citare "Spettri" di Ibsen e "Processo di famiglia" di Fabbri. Sempre nel 76, propose "Anonimo Veneziano" di Berto, cui seguiva l’anno dopo "Don Giovanni torna dalla guerra" di Hovarth. Dal 1979 facendo compagnia con Paola Gassman, ha affrontato "Il gatto in tasca" di Feydeau, "Il bugiardo" di Goldoni, "Liolà di Pirandello, "Il piacere dell’onestà" e "L’uomo la bestia e la virtù" di Pirandello, è Giobbe nell’omonimo testo di Carol Woityla, messa in scena da Zanussi per la rassegna di San Miniato…Nel 1988 è stato insignito del premio speciale "Flaiano" per interprete teatrale. Pagliai ha lavorato in commedie e sceneggiati con ruoli primari, per la TV italiana, francese la TV francese "Arsenio Lupin" e per la TV svizzera. Per il cinema numerose sono state le partecipazioni, con registi che vanno da Giovanni Fago e Luigi Comencini. Nel 2000 ha girato "Giobbe" di Carol Woityla come protagonista e regista. Nel 1988 è stato insignito del premio speciale "Flaiano" come interprete teatrale.

L’arte dell’Arco
Federico Guglielmo
– violino e direzione
Carlo Lazzari – violino
Marco Paladin – viola
Francesco Montaruli – violoncello
Massimiliano Mauthe von Degerfeld – violone
Nicola Reniero – clavicembalo

L’ensemble L’Arte dell’Arco è stato fondato nel 1994 su iniziativa di Federico e Giovanni Guglielmo che, in qualità di primo violino, si alternano come concertatori. Il suo principale obiettivo è quello di presentare sotto una nuova luce la musica barocca italiana, con una particolare attenzione ai compositori della Repubblica Serenissima di Venezia. Grazie ad un organico variabile L’Arte dell’Arco si dedica ad un repertorio che spazia da Gabrieli a Tartini e può impegnarsi nella ricerca e nella rivalutazione di opere oggi dimenticate. Sin dalle prime apparizioni discografiche con Dynamic/Musica Antica L’Arte dell’Arco ha ricevuto i più importanti riconoscimenti, dal Premio Internazionale del Disco Antonio Vivaldi di Venezia alle segnalazioni di riviste specializzate quali Repertoire, Diapason, Gramophone, Fanfare, Fono Forum, Cd Classica ed Amadeus. Attualmente l’ensemble è impegnato con Dynamic nella prima registrazione mondiale integrale dei Concerti per violino di Tartini. I primi dodici volumi di questo progetto, la cui realizzazione prevede trenta cd in un ciclo decennale, sono già stati pubblicati. Dal 1997 L’Arte dell’Arco incide anche per Deutsche Harmonia Mundi/BMG Classics. Per la registrazione di alcuni programmi l’ensemble ha invitato Christopher Hogwood – attualmente suo Primo Direttore Ospite – come concertatore e continuista. Da segnalare nelle stagioni 2005-2006 i tour di concerti in Giappone ed Estremo Oriente e la presenza in numerosi festival in Italia, Austria, Germania ed Olanda. I progetti futuri includono concerti e registrazioni con artisti quali Michala Petri, Hidemi Suzuki, Emma Kirkby, Vivica Genaux, Gemma Bertagnolli, Christopher Hogwood, Anthony Pay e Bob van Asperen. In questa stagione L’Arte dell’Arco presenta anche numerose nuove incisioni con CPO (Vivaldi, Concerti per Anna Maria; Handel, Musica sull’Acqua e Musica per i Reali Fuochi d’Artificio; Vivaldi, La Stravaganza e Concerti per strumenti a pizzico), Dynamic (Tartini, Concertos vol.13 e 14) ed un progetto su Veracini per Amadeus.

Nato a Padova nel 1968, Federico Guglielmo ha iniziato lo studio del violino con il padre e si è diplomato al Conservatorio B. Marcello di Venezia. Ha poi frequentato masterclasses di violino, musica da camera e direzione d’orchestra con Salvatore Accardo, Vladimir Spivakov, Isaac Stern, il Beaux Arts Trio, il Trio di Trieste, i quartetti: Amadeus, Italiano e La Salle e Gianluigi Gelmetti. Incoraggiato da Christopher Hogwood, si è presto dedicato allo studio della prassi esecutiva ed all’esecuzione su strumenti barocchi e classici. Ha vinto numerosi premi in concorsi in Europa (Parigi, Londra) e Nord America (Toronto) ed in particolare ha ottenuto il Primo Premio nel Concorso Internazionale Vittorio Gui di Firenze. E’ presente nelle maggiori sale e festival di Italia e di tutto il mondo, Musikverein di Vienna, Wigmore Hall a Londra, Società del Quartetto di Milano, Accademia Santa Cecilia a Roma, Auditorio Nacional di Madrid, Herkuleesaal a Monaco di Baviera, Isaac Stern Auditorium alla Carnegie Hall di New York, Suntory, Hall, Opera City e Bunka Kaikan a Tokyo, Izumi e Symphony Hall ad Osaka, Teatro Colon di Buenos Aires. Ha diretto (esibendosi anche quale solista) orchestre quali The Academy of Ancient Music a Londra, The Handel & Haydn Society a Boston, la Tokyo Chamber Orchestra, l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra da Camera di Mantova e l’Orchestra Filarmonica di Gran Canaria. Nel 1994 ha fondato L’Arte dell’Arco, gruppo specializzato nella musica Veneziana del diciassettesimo e del diciottesimo secolo. Ha registrato più di novanta cd per Deutsche Harmonia Mundi, BMG Classics, Chandos, ASV, CPO, Stradivarius, Pavane, Denon Nippon Columbia, Altus, Velut Luna, Musicaimmagine, Tactus e Dynamic. Queste incisioni hanno ottenuto grandi riscontri dalla critica tra cui, per ben due volte, il Premio Internazionale del Disco A. Vivaldi di Venezia. Federico Guglielmo è attualmente titolare di musica d’insieme per archi al Conservatorio U. Giordano di Foggia e tiene vari corsi di violino barocco in tutta l’Italia. Suona frequentemente su un violino di A. Stradivari gentilmente concesso da una collezione privata e su un violino barocco di B. Calcanius (Genova, 1710).

Ingresso: intero € 10 – ridotto € 7 (oltre anni 60) – giovani € 3 (da 15 a 26 anni) – gratuito (fino a 14 anni) 

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