Alle 23.45 trasferimento musicale alla Casa nel Parco e concerto finale con inizio alle 00.15
Homeless, senza casa. Homeless è il titolo di una splendida e terribile canzone di Paul Simon, cantata insieme ai Ladysmith Black Mambazo in un album che ha fatto la storia della world music. Homeless sono i senza tetto che affollano le strade delle metropoli più ricche. Homeless vuol dire esilio. Homeless è la millenaria storia della diaspora ebraica. Ma homeless è anche uno stato d'animo, la scelta libera di non avere fissa dimora, di vivere nomadicamente senza far leva sul "sapere del suolo". Homeless è la musica – divertente, trascinante, danzante – di questo concerto: parte dal lungo viaggio della tradizione ebraica del klezmer, ma sceglie di non avere una casa neanche in quell'esilio, e corre verso una meta che è la corsa stessa. Corre e trascina, fra popoli generi e culture, fra danze, musiche di strada e di festa, di lotta e di pace, di rabbia e di gioia, fra ritmi di percussioni sudamericane, riff di tromba, pop italiano e folk greco. Non troverà casa neanche sul palco, e la banda di ottoni, corde e tamburi scenderà fra il pubblico. A un certo punto il concerto diverrà una marcia itinerante, una corsa, una danza: verso quella meta che non è una meta, la casa (nel Parco) che non è una casa. Homeless.
Enrico Fink è nato nel 1969 a Firenze, dove ha sempre vissuto tranne due anni passati negli Stati Uniti. Si è laureato in fisica nel 1994, deducendone immediatamente di volersi dedicare alla musica e al teatro. Ha all'attivo produzioni e incisioni che vanno dal jazz alla musica contemporanea, dalla musica di strada alla musica sacra; si è esibito come cantante, ma anche come attore, flautista e corista, sui palchi più diversi, dal Festival di Sanremo al Quirinale, dalle discoteche a festival internazionali di musica classica, dal marciapiede ai maggiori teatri di prosa. Ha scritto e interpretato gli spettacoli di teatro musicale Patrilineare (1998), Lev (1999), Purimshpil! (2000 – co-prodotto dall'Estate Fiesolana), Yonah (2002 – premiato e prodotto dalla European Association for Jewish Culture), programmati in tutta Italia ma anche in Europa e negli Stati Uniti, e con il testo Le Ombre ha vinto nel 2003 il premio speciale intitolato a Marisa Fabbri da parte della giuria del premio Riccione per il Teatro. Ha recitato nella compagnia di Moni Ovadia nel 2000, per Tevye un Mir, e dal 2002 al 2004 per Il Violinista sul tetto. Collabora con l'ensemble di musica antica "Lucidarium", con cui è in corso una serie di concerti in tutta Europa, e con cui ha da poco finito di registrare, in Francia, il CD "La Istoria de Purim" per l'etichetta k617. Nel 2005 è uscito invece in Italia per Materiali Sonori il suo ultimo lavoro discografico, Il ritorno alla Fede del Cantante di Jazz, in cui si dedica a una rivisitazione in chiave contemporanea, elettronica, jazzistica, di testi e musiche ebraiche di ambito religioso, concentrandosi sul repertorio ebraico italiano. Le principali altre pubblicazioni sono: Klezmer – Cronache di viaggi, ed. Frame 1997, in cui canta da solista con l'Orchestra Regionale della Toscana; Black and Blue, ed. Arpa – Radio Popolare 1998, con il coro jazz Jubilee Shouters; La Mutazione, 1999, con il gruppo Tacitevoci diretto dal Mo. Bruno de Franceschi; Lokshen – Patrilineare, primo lavoro a suo nome, ed. Le Vie dei Canti – Materiali Sonori 2000.