Se osserviamo gli equilibri religiosi del XX secolo dobbiamo ammettere che a vincere non sono le grandi organizzazioni ecclesiastiche ma le piccole sette e i culti.
Nel 1910, durante il primo convegno dei sociologi tedeschi, Ernst Troeltsch espresse l’opinione che solo la Chiesa, e non le sette, potesse fare del cristianesimo una vera religione popolare. Max Weber, che pure partecipava al dibattito, si oppose immediatamente. A questo proposito sosteneva che, là dove le sette sono predominanti, per esempio negli Stati Uniti, il Cristianesimo è divenuto particolarmente popolare. La storia religiosa del XX secolo conferma l’opinione di Weber. Le sette apocalittiche hanno un successo stupefacente. Sono in molti ad aver visto nell’ascesa della società moderna una minaccia per le tradizioni santificate.
I fondamentalisti di tutte le religioni sostengono che la svalutazione dell’etica tradizionale non promette progresso ma sciagure. Paradossalmente però il loro atteggiamento contribuisce a diffondere la cultura moderna. Proprio coloro che più credono al cataclisma apocalittico si sentono in dovere di lavorare senza tregua nel mondo del disincanto. A partire dal XVIII secolo un’opposta visione del mondo ebbe ugualmente un successo strabiliante: si trattava di tentare una riaffermazione delle religioni precristiane. Mentre il monoteismo biblico diffondeva una visione del mondo come vuoto del divino, le religioni pagane consideravano il cosmo come velo del divino. Furono i poeti, gli artisti e i filosofi a riportare le tradizioni pagane nella cultura moderna. Abbiamo tuttora testimonianze della rinascita di culti pagani nella modernità: è infatti caratteristico della storia religiosa del XX secolo la fusione di antiche tradizioni, in un momento in cui la religiosità dell’individuo si è estesa anche indipendentemente dalle religioni istituzionali. Da questo punto di vista alcune indicazioni fornite dalla filosofia contemporanea della natura hanno sollevato dubbi sul ruolo che le leggi meccaniche rivestono nel governo dei processi naturali.
La “New Age” ha usato queste indicazioni filosofiche per riempire il vuoto creato dal monoteismo biblico senza tornare al paganesimo. Nell’interpretazione di Max Weber all’origine di queste trasformazioni si trova l’idea del disincanto del mondo, categoria oggi sottoposta a severe critiche. La lezione intende presentare e valutare alcune interpretazioni di questi fenomeni.
Riferimenti Bibliografici
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- M. Weber, Il lavoro intellettuale come professione, Einaudi, Torino, 1948.*
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