Il giardino dei nostri istinti

Concerto per due pianoforti, immagini e voce Musiche di: Claude Debussy e Maurice Ravel Voce recitante: Milena Vukotic Pianoforti: Angela Annese, Filippo Faes Immagini di Marc Chagall

Festival Filosofia

Programma

Claude Debussy (1862-1918)

Nocturnes (1897-1899)

1. Nuages

2. Fêtes

3. Sirènes

(Trascrizione di Maurice Ravel per due pianoforti, 1901)


Longo Sofista (II-III sec. d. C.)

Le avventure pastorali di Dafni e Cloe


Maurice Ravel (1875-1937)

Daphnis et Chloé (1909-1912)

1ère Suite. Nocturne – Interlude – Danse guerrière
2ême Suite. Lever du jour – Pantomime – Danse Générale

(Trascrizione di Léon Roques per due pianoforti)



«Ho iniziato a scrivere dei pezzi che chiamerò Notturni, in cui utilizzerò gruppi di strumenti separati, cercando di produrre varie sfumature con un solo gruppo alla volta, infatti è vero che non si osa mai abbastanza in musica, per timore di quella sorta di divinità che si chiama ‘senso comune’ e che è la cosa più spaventosa che conosca non essendo in fin dei conti che una religione fondata per giustificare gli imbecilli di essere in così folto numero! Insomma, cerchiamo di coltivare unicamente il giardino dei nostri istinti, e camminiamo senza alcun rispetto per le aiuole, ove sono allineate simmetricamente le idee in cravatta bianca».

Claude Debussy in una lettera a Henri Lerolle, 28 agosto 1894.

«Non si tratta della consueta forma del notturno, bensì di tutto ciò che questo concetto è in grado di evocare quanto a impressioni e giochi di luce. Nuages è lo spettacolo del cielo immobile in cui passano lente e melanconiche le nuvole, per poi svanire in un grigio nel quale si mescolano delicate tonalità di bianco. Fêtes è il movimento, il ritmo danzante dell’atmosfera rischiarato da alcuni bagliori improvvisi. È anche l’episodio di un corteo (visione abbagliante e chimerica) che si avvicina alla festa e si confonde con essa, ma lo sfondo resta sempre lo stesso: la festa con il suo connubio di musica e luci che danzano in un ritmo cosmico. Sirènes è il mare e il suo ritmo inesauribile; fra le onde rischiarate dalla luce argentea della luna il misterioso canto delle sirene risuona come un riso e si perde nell’infinito».

Claude Debussy in occasione della prima esecuzione a Parigi.

Altre conferenze del ciclo

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