Il modello polanyiano delle tre forme di allocazione e di regolazione o dei tre principi di integrazione fra economia e società (reciprocità, redistribuzione, scambio di mercato) è ben noto ed utilizzato nelle scienze sociali, anche se non sempre con il dovuto riconoscimento di paternità. La sua utilità permane anche se sono ad esso necessarie delle opportune integrazioni teoriche, tratte sia dal complesso del pensiero di Polanyi, sia dalla letteratura socio-economica critica del modello tradizionale degli economisti.
In questa relazione si intende non solo rivisitare il modello ma anche accennare ad alcune proposte di soluzioni per quello che resta in esso un problema non risolto: le ragioni ed i meccanismi di passaggio da una forma all’altra. Nell’affrontare questo problema si potrà sfiorare un altro aspetto lasciato sullo sfondo da Polanyi, ma strettamente connesso a quello dei “passaggi”, ovvero quello dei modelli di decisione, di scelta, di razionalità corrispondenti alle diverse forme di integrazione.
L’interesse di Polanyi per le diverse forme di allocazione nasce dalla sua opposizione, da una parte, alla utopia del mercato, dall’altra all’apparato conoscitivo della scienza economica ad essa collegata o, meglio, da essa alimentata. Motivi “ideali”, ma anche reazione contro un “errore logico”, il confondere genere e specie. Nelle parole di Polanyi, l’errore di “stabilire un’uguaglianza fra l’economia umana in generale e la sua forma di mercato”.
Fin da La grande trasformazione (1944) le ricerche antropologiche classiche avevano fornito a Polanyi la risposta al come fosse assicurato l’ordine nella produzione e nella distribuzione in società nelle quali fossero assenti il motivo del guadagno e i principi “economici” di tipo massimizzante. Tale ordine era assicurato da due principi di comportamento non direttamente economici: la reciprocità e la distribuzione. Principi di comportamento che, per essere effettivi, richiedevano modelli istituzionali con essi coerenti: la simmetria e la centricità.
Nelle opere successive l’interesse di Polanyi si affina e si approfondisce. Affermerà che studiare il mutamento dei rapporti fra economia e società significa analizzare i modi con i quali, nelle diverse epoche e nei diversi luoghi, si è istituzionalizzato il processo economico. Di qua la comprensibile ripresa di Polanyi dalle varie componenti del pensiero neo-istituzionalista (ad es. da North) sia pure all’interno del tradizionale modello economico.
Le fondamentali forme di integrazione fra economia e società saranno allora la reciprocità, la redistribuzione e lo scambio di mercato: “la reciprocità sta a indicare movimenti tra punti correlati di gruppi simmetrici; la redistribuzione indica movimenti appropriativi in direzione di un centro e successivamente provenienti da esso; lo scambio si riferisce qui a movimenti bilaterali che si svolgono tra due ‘mani’ in un sistema di mercato” (1978, p. 306).
Un interessante arricchimento al modello tripartito è giunto negli ultimi anni da quei contributi che, sull’onda della letteratura sul neocorporativismo, hanno individuato un possibile quarto criterio di regolazione, o una quarta forma di allocazione. Un criterio “associativo” che potrebbe acquistare una autonomia ed una rilevanza propria. Potrebbe essere definito come “concertazione organizzativa, in opposizione e solidarietà spontanea, competività dispersa e coordinazione gerarchica” (Streeck e Schmitter, 1985, p. 49). Una volta ricostruito, con almeno un opportuno arricchimento, il modello polanyiano delle tre forme emerge subito una domanda: come si passa da una forma all’altra? Quali meccanismi sociali sono all’opera in un passaggio di questo tipo? Alla quale se ne connette un’altra: sono i cambiamenti nelle interazioni individuali a condurre ai cambiamenti nelle macro-strutture istituzionali, oppure sono queste ultime ad innescare quelli nelle relazioni economiche fra i soggetti? E questo sia in senso diacronico che in senso sincronico.
Le modalità di soluzione del “problema” possono essere trovate lungo la strada, tradizionale nella teoria sociale, ma spesso data per implicita, delle relazioni fra i livelli micro e macro, ovvero fra azione individuale e sfera macro sociale. In effetti, nella prospettiva storica sembrano soprattutto cambiare macro-strutture di regolazione, nella prospettiva sincronica il protagonista del passaggio sembra essere in primo luogo l’attore individuale. Accanto a ciò la considerazione dei modelli di decisione potrà fornire indicazioni preziose sulle ragioni della scelta, ove possibile, fra una forma e l’altra.
Riferimenti Bibliografici
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- POLANYI K., La sussistenza dell'uomo, Torino, Einaudi, 1983, Cap. I (pp. 27-41), Cap. III (pp. 61-71), Cap. IV (pp. 76-86).*
Testi di riferimento per la lezione
- ALEXANDER J.C. et al.(a cura di), The Micro-Macro Link, Berkley (California), University of California Press, 1987.
- CELLA G.P., Reciprocità, redistribuzione, scambio. Note su Karl Polanyi, in «Stato e Mercato», 1985, n. 13, pp. 87-110.*
- CELLA G.P., Forme di allocazione economica: passaggi e scelte, in «Stato e Mercato», 1992, n. 35, pp. 211-233.*
- MARTINELLI A., Economia e società, Milano, Comunità, 1996.*
- NORTH D.C., Markets and Other Allocations Systems in History: The Challenge of Karl Polanyi, in «The Journal of European Economic History», 1977, n. 3, pp. 703-716.
- NORTH D.C., Istituzioni, cambiamento istituzionale, evoluzione dell'economia, Bologna, Il Mulino, 1994.*
- POLANYI K., La grande trasformazione, Torino, Einaudi, 1981.*
- POLANYI K., La sussistenza dell'uomo, Torino, Einaudi, 1983.*
- POLANYI K., Il Dahomey e la tratta degli schiavi, Torino, Einaudi, 1987.*
- POLANYI-LEVITT K.(a cura di), The Life and Work of Karl Polanyi, Montréal, Black Rose Books, 1990.
- RUGGIU L., "Società, economia, storia: K. Polanyi", in Id. (a cura di), Genesi dello spazio economico, Napoli, Guida, 1982, pp. 245-304.
- SALSANO A., "Polanyi, Braudel e il re del Dahomey", in POLANYI K., Il Dahomey e la tratta degli schiavi, Torino, Einaudi, 1987, pp. XI-XXIX.* - STREECK W.-SCHMITTER P., Comunità, mercato, stato e associazioni?, in «Stato e Mercato», 1985, n. 13, pp. 47-86.*
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