I problemi etico-giuridici aperti dalle nuove tecnologie costituiscono un’occasione irripetibile, per gli esperti musulmani, di reinserimento nel dibattito internazionale sulla modernizzazione, ai massimi livelli. In questi contributi si desidera riaffermare la modernità dell’Islam in quanto capace di moralizzare la medicina contemporanea e, anzi, di risolvere le sue sempre nuove contraddizioni. Inoltre, da questo primo gradino si arriva facilmente a sostenere l’Islam come la religione moderna per eccellenza, affermazione che può accompagnarsi ad una critica radicale della scienza occidentale in cui l’assenza di riferimenti religiosi avrebbe dato luogo a un’egemonia scientifica sostanzialmente indifferente (se non ostile) ai valori del sacro, mentre solo l’Islam ristabilisce pienamente l’armonia tra religione e scienza, sacro e profano. La mancanza di dibattiti “liberi” (secondo l’ottica pluralistica occidentale) non compromette la possibilità di varare legislazioni aggiornate; queste ultime, più che la traduzione in legge di sollecitazioni provenienti dalla società civile, tramite la mediazione della classe politica, rappresentano però, il più delle volte, un insieme di decisioni assunte dai vertici politici e scientifici avallate dalle autorità religiose ufficiali. Uno degli effetti più evidenti è il distacco rilevabile tra la mentalità e cultura collettiva e le normative e regolamentazioni in vigore, sempre più moderne e al passo con gli orientamenti sviluppati dagli organismi internazionali. In quest’ottica le politiche statali assumono sostanzialmente una funzione anticipatoria e di guida rispetto ad una realtà sociale assai più arretrata e passiva.
(da D. Atighetchi, Islam, musulmani e bioetica, Roma, 2002, p. 25)*
Riferimenti Bibliografici
- M.H. Belkhoja, L’Islam et la biologie, Tunis, 1997;
- F. Rahman, Health and Medicine in the Islamic Tradition, New York, 1989;
- A.F.M. Ebrahim, Biomedical Issues / Islamic Perspective, Mobeni, 1988.
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