La mostra presenta grandi tavoli specchianti a forma di Mare Mediterraneo, che rinviano a tutti i luoghi in cui l’acqua congiunge culture diverse e diventa mediatrice tra terre, lingue e religioni. Allo stesso modo, i tavoli rinviano a tutte le mense su cui si scambiano non solo cibi, ma conversazioni, dialoghi, negoziati di parole.
Attorno ai grandi tavoli, la molteplice forma delle sedute – creazione dell’ufficioarte della fondazione Cittadellarte – restituisce il senso di una conversazione tra culture che è tolleranza, armonia, viva composizione di diversità.
In questo grande spazio dialogico, durante le giornate del festivalfilosofia Michelangelo Pistoletto, la moglie Maria, alcuni assistenti, la curatrice Angela Vettese accoglieranno i filosofi ospiti del festival e risponderanno a domande e riflessioni del pubblico.
Michelangelo Pistoletto nasce a Biella nel 1933. Nel 1956, istruito dal padre restauratore, inizia l’attività di pittore, che in un primo momento affianca a quella di pubblicitario. Abbandonata quest’attività, si dedica completamente alla pittura, producendo soprattutto opere in cui è protagonista la figura umana, anche grazie a una riconosciuta influenza di Francis Bacon.
I suoi autoritratti di spalle, la cui superficie lucida acquista capacità riflettenti, sono all’origine dell’idea di servirsi di superfici specchianti d’acciaio lucidato sulle quali incollare disegni realistici, ricavati da fotografie e realizzati su carta velina. Nel 1962, a Torino, allestisce la sua prima mostra con quadri specchianti che pongono lo spettatore di fronte a se stesso, in un rapporto inevitabile con l’opera.
Ma Pistoletto porta la sua produzione ben oltre questi esordi: realizza specchi e frammenti di specchi, opere tridimensionali come gli Oggetti in meno (1966), e happening con vasti gruppi di persone – dalla popolazione di Amalfi a quella del paese di Coniglia, nelle Cinque Terre – così coinvolgendo un pubblico estremamente eterogeneo. Le sue opere assumono via via il carattere di sculture oggettuali, installazioni ambientali, pièces teatrali e azioni. L’aspetto che unisce le sue realizzazioni non ha nulla a che fare con il tipo di tecnica prescelto di volta in volta: il loro comune denominatore sta nel costante tentativo di coinvolgere il pubblico e di fare dell’arte un momento di scambio di idee, di assunzione di responsabilità sociale, di pensiero e creatività collettiva.
Riconosciuto a Documenta X di Kassel come uno dei fondatori di quella "estetica relazionale" che ha avuto il suo massimo sviluppo dagli anni Novanta, ha ricevuto nel 2003 il Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia e nel 2004 la laurea ad honorem in Scienze della Comunicazione presso l’ateneo di Torino.
Curatore: Angela Vettese
Organizzazione: Galleria Civica
Prodotta con: Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
La mostra prosegue fino all’8 gennaio 2006
Per informazioni: Galleria Civica