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In Emilia-Romagna gli enti locali hanno intrapreso da tempo l’iniziativa di diventare attori del cambiamento globale, attraverso la crescente partecipazione a progetti e programmi di cooperazione decentrata. Il ruolo della società civile nel partenariato globale contro la povertà è indispensabile ed insostituibile. Per queste ragioni la Regione Emilia-Romagna ha mutuato appieno la metodologia della cooperazione decentrata, una pratica di democrazia, che promuove il coinvolgimento attivo e la partecipazione dei soggetti del nostro territorio, ma soprattutto del sud del mondo, nella definizione delle priorità e delle modalità di collaborazione. La dimensione dell’aiuto allo sviluppo si affranca così dal tradizionale approccio donatore/ricevente e si evolve e si rafforza nel partenariato tra territori, dove la dinamica bilaterale è rafforzata dalla molteplicità di relazioni tra attori pubblici e privati della due comunità, in una visione dello sviluppo che diventa per ciò stesso più integrata e sostenibile.
Una testimonianza dell’efficacia di questa modalità di intervento è consistita negli interventi realizzati in occasione dell’emergenza occasionatasi nel dicembre 2005 dallo Tsunami nel sud-est asiatico, che ha visto partecipare Regioni, le Amministrazioni provinciali ed i rispettivi enti locali e territori, ANCI e UPI regionale, in una unica Cabina di regia regionale. Le raccolte di fondi realizzate a livello locale, con le donazioni dei singoli cittadini, ma anche delle associazioni di categoria, dei sindacati, degli enti locali, sono state finalizzate alla costruzione di un unico programma regionale di interventi, composto di otto progetti ed articolato su quattro comunità locali dello Sri Lanka.
A fronte di un ingente sforzo della comunità internazionale, il sistema della cooperazione decentrata dell’Emilia-Romagna ha privilegiato interventi integrati che mirano non solo alla ricostruzione materiale delle comunità, ma anche al riavvio delle attività generatrici di reddito ed alla ripresa dei servizi educativi e sociali in particolare a favore dei minori. L’investimento, pari a circa 1.500.000 euro, ha consentito di mobilitare cofinanziamenti nazionali ed internazionali per complessivi 2.300.000 euro. Uno sforzo che ha permesso anche di valorizzare le organizzazioni non governative e di volontariato del nostro territorio presenti in loco, incaricandole della realizzazione e del monitoraggio delle attività progettuali: una funzione di garanzia della trasparenza e di presidio dell’efficacia degli interventi che è condizione imprescindibile alla partecipazione degli enti locali ai processi di sviluppo del sud del mondo.