• Conoscenza

    Ciclo di lezioni, febbraio-maggio 2025

L’altro Umanesimo

Il rinnovamento del sapere e l’ebraistica cristiana

  • venerdì 21 Febbraio 2025 - ore 17.30
Centro Culturale

L’eccezionalità della presenza ebraica nel mondo cristiano tardoantico e medievale non rappresentava nulla di nuovo: unica minoranza eterodossa tollerata, benché non sempre né ovunque, gli ebrei avevano goduto, per dir così, di uno statuto speciale nella teologia cristiana non meno che nella pratica del diritto e negli statuti cittadini. Ciò era avvenuto, prima dell’età umanistica, in termini collettivi, essendo gli ebrei percepiti come gruppo separato, come comunità identitaria e certo non come somma di individui. Uno dei tratti più caratteristici e più discussi dell’epoca del Rinascimento, sin dalla mirabile sintesi, superata da gran tempo eppure ancora brillante come uno specchio, proposta da Jacob Burckhardt nella sua Civiltà del Rinascimento in Italia (1860), era proprio lo sviluppo della personalità individuale. All’affresco di Burckhardt non sono state risparmiate, nel corso del tempo, critiche e revisioni. Stephen Greenblatt e, più di recente, John J. Martin hanno messo in rilievo un interessante, anche se non inatteso, paradosso: l’individualismo rinascimentale è un prodotto eminentemente sociale. Lo si sarebbe potuto ben vedere concentrandosi sulle vicende di un numero cospicuo di ebrei coinvolti nel movimento umanistico e rinascimentale, specialmente in Italia, tra il Quattrocento e la prima metà del secolo XVI: il genere di promozione sociale al quale aspirarono questi intellettuali ebrei fu sempre individuale, né sarebbe potuto essere altrimenti, mentre le barriere ferree alle quali questa emancipazione ad personam, se si può chiamarla così, andò incontro furono invariabilmente di ordine collettivo. Il lato ebraico del Rinascimento, trascurato da Burckhardt, che in privato non nascondeva le sue scarse simpatie per gli ebrei e l’ebraismo, fu in parte recuperato da Ludwig geiger, autore dei supplementi e delle appendici alle edizioni successive, a partire dalla terza. Solo nel Novecento, tuttavia, si è incominciato ad attribuire alla componente ebraica, a lungo sottovalutata per non dire ignorata, il ruolo centrale che ha avuto nell’origine e nello sviluppo dell’Umanesimo e del Rinascimento, eppure molto resta da fare per far riemergere, dalla ricorrente amnesia, il posto che ebrei e la lingua ebraica ebbero nella storia e, ancor più, nel mito del Rinascimento.

 

(da S. Campanini, Ebrei ed ebraisti cristiani in Italia nel Rinascimento, in G. Busi, S. Greco, a cura di, Il Rinascimento ebraico, Milano, Silvana Editoriale, 2019, pp. 184-195)

 

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