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In secondo luogo, deve essere considerato che, se etichettare i dipinti in base alla scuola di appartenenza era una pratica comune nel diciottesimo secolo, alla loro datazione era invece riconosciuta un’importanza decisamente minore. I quadri esposti, infatti, erano di per sé esemplari e non aveva importanza se Raffaello precedesse o no Annibale Carracci. I lavori di entrambi gli artisti dovevano essere ammirati per i loro meriti e non essere apprezzati come fasi di un processo di cambiamento storico. In terzo luogo, l’enfasi sulla cronologia emerse solo alla fine del diciottesimo secolo. All’inizio fu riservata ai dipinti cosiddetti “primitivi” e quindi ritenuti di valore estetico limitato; divenne la norma solo quando cambiarono anche i gusti in fatto di arte. La nuova enfasi sulla storia dell’arte condusse inevitabilmente a un inedito interesse per l’attribuzione e per la datazione da parte dei curatori dei musei, che ebbe immediati riflessi nei cataloghi da loro redatti. Tuttavia, tentare di rintracciare questi sviluppi troppo indietro nel tempo, come alcuni studiosi hanno fatto, significa non interpretare in modo corretto quello che accadde realmente.
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.