Video integrale
Questa fase, e più in generale ogni interazione ambientale, costituisce il mezzo attraverso il quale l’automa costruisce se stesso. F.A.C.E. impara proprio come un bambino che vede per la prima volta qualcosa che lo affascina e lo imita mediante una mimica “scimmiottante”. […]
Il nostro automa non ha un corpo e una mente, ma ha un embodied mind che riflette alcuni semplici principi omeostatici del corpo e altre pulsioni che omeostatiche non sono, ma che caratterizzano bisogni biologici vitali, come l’esplorazione ambientale. La chiave di lettura sta nell’idea di automa come un sistema auto-organizzante e auto-equilibrante, che determini risposte, sia attraverso strategie d’azione stereotipate, sia mediante “strategie creative” non sempre finalizzate.
La nostra idea è che l’elaborazione dell’informazione nella macchina debba ispirarsi alle modalità biologiche di auto-organizzazione delle strutture d’elaborazione stesse. Inoltre, in F.A.C.E. si opera il superamento della dicotomia fisico-mentale: mediante un’integrazione funzionale dei due livelli, si può definire una proprietà come mentale implicando allo stesso tempo il suo essere anche fisica e viceversa. Ciò che caratterizza questo superamento è il livello d’integrazione nei giochi d’influenza fisico-mentale-mentale-fisico. Questa integrazione coordina, modula e definisce l’atto (fisico o mentale), inteso come atto coerente. Le espressioni del volto del nostro automa riflettono direttamente le sue strategie cognitive e in questo senso la macchina è un sistema integrato, mente robotica e corpo robotico.
Più semplicemente, ciò che è “mentale” in F.A.C.E. non può essere paragonato a ciò che è mentale per un essere umano: gli “stati mentali” del nostro automa e la sua intenzionalità riflettono le logiche d’organizzazione interna del suo sistema elaborativo e per questo fondano la sua capacità mimica (fisica), ovvero la sua capacità comunicativa (fisica e mentale) legata all’espressività. […] La nostra macchina non avrà un’intelligenza umana, ma un’intelligenza ipodotata fondata su un equilibrio funzionale tra una “mente fisica” e una “fisicità mentale”. La sua intelligenza è un equilibrio di relazioni che integra un’intenzionalità paranoide e un’emozione perturbante e modulatoria come parti attive nell’attuazione di modelli cognitivi di risposta che sono figli di una logica integrante determinismo e “atti creativi”. La costruzione di questo automa è filosoficamente votata a un’intelligenza artificiale intesa in senso debole e mira alla creazione di un androide che, tra ispirazione biologica e creatività ingegneristica, mostri al suo costruttore l’emergere di una “presenza” che non è “coscienza” nel senso umano del termine, ma emergenza d’interazione innovativa, intelligibile e coerente che sottende un livello di “consapevolezza” dell’atto.
(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)
Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.