Lo sciismo è una corrente minoritaria dell’Islam. Ma gli sciiti, che con 200 milioni di fedeli rappresentano un quinto della totalità dei musulmani, costituiscono una minoranza importante. Ciò che definisce lo sciismo e lo distingue dall’altra corrente dell’Islam, il sunnismo, è innanzi tutto la sua particolare concezione dell’autorità religiosa che spetta all’imam, considerato come un iniziato ai segreti della rivelazione. Per lo sciismo, la profezia intesa come profezia legislatrice si arresta con la figura del profeta, ma la ricezione della rivelazione prosegue grazie alla figura dell’imam. È lui a prolungare il contatto tra le creature e il creatore. Questa concezione non si trova nel sunnismo, dove il successore del profeta, conosciuto col nome di califfo, è a capo dello stato musulmano. Oltre alla concezione della figura dell’imam, una doppia visione del mondo distingue gli sciiti dai sunniti: per gli sciiti, ogni realtà, da quella più elevata (Dio) fino a quella più anodina della vita quotidiana, comporta due livelli: un livello apparente e un livello segreto, uno esoterico e uno essoterico. La storia del mondo è la storia della lotta tra il bene e il male, tra le forze della conoscenza e quelle dell’ignoranza. Il nome “sciismo” è peraltro piuttosto tardo e data dal terzo secolo dopo la fondazione dell’Islam. Ma la sua origine risale alla morte del profeta e alla questione cruciale della sua successione. Quanti ritengono che la successione spetti esclusivamente al suo genero e cugino, Alì, e ai suoi discendenti da parte di Fatima, la figlia del profeta, costituiscono il primo nucleo di quello che diverrà più tardi lo sciismo. A partire dal XVI secolo, lo sciismo duodecimano (che riconosce l’esistenza di 12 imam) diventa religione di stato in Iran. Questa tappa segna una svolta estremamente importante per lo sciismo poichè, divenuto religione ufficiale del paese, favorisce un rinascimento intellettuale e spirituale (…). Non è lo sciismo in generale, ma una sua corrente che è fondamentalista e nutre ambizioni politiche. L’origine di questa corrente, che ha prodotto il movimento khomeinista, risale al X secolo, quando i Buydi (dinastia persiana sciita) si impadroniscono del potere del califfo a Bagdad e attribuiscono a una classe di teologi e giuristi le prerogative che erano tradizionalmente riservate all’imam. L’avvento al potere dei Safavidi in Iran nel XVI secolo e l’instaurazione del cosiddetto clero sciita accelerano questo processo. Col passare del tempo, il clero sciita diventa indipendente dalla corte e grazie al grande potere finanziario e alla grande influenza sulla società finisce per acquisire un potere politico sempre più vasto. Si tratta di una lunga maturazione che va paradossalmente dalla razionalizzazione della religione fino alla sua politicizzazione.
(M. Amir-Moezzi, intervista a Radio France Internationale, 6.8.2004)
Riferimenti Bibliografici
- M.A. Amir-Moezzi, Notes à propos de la walâya imamite, in G. Filoramo (a cura di), Carisma profetico, Brescia, 2003, pp. 207-241;*
- H. Halm, Der schiitische Islam, München, 1994;
- B. Scarcia Amoretti, Sciiti nel mondo, Roma, 1994.*
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