Nato a Firenze nel 1949 dove ha compiuto gli studi in chimica, Marco Bagnoli è tra gli artisti della generazione di mezzo quello che più ha saputo, nel proprio lavoro, coniugare arte, religione e scienza con una originalità che lo pone ai vertici del panorama internazionale.
Invitato più volte alla Biennale di Venezia e a Documenta di Kassel, presente già nel 1980 ad “Arte e critica” della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e nel 1981 a “Identité Italienne” del Centro Pompidou di Parigi, ha tenuto personali al Centro d’Arte Contemporanea di Ginevra e di Grenoble, al Museo Saint Pierre di Lione, al Castello di Rivoli, Al Pecci di Prato e all’IVAM di Valencia.
L’installazione che egli presenta nella Chiesa di San Paolo di Modena, organizzata dalla Provincia di Modena in collaborazione con la Galleria Persano di Torino – dal titolo ermetico ed esoterico come è consuetudine nell’opera di Bagnoli – si fonda sulla luce e il suono quali momenti di orientamento della visone intesa come cosmo, come tutto: il gracidare delle rane della foresta amazzonica che si diffonde nell’ambiente, i punti astrali di riferimento degli aborigeni della Polinesia nelle loro peregrinazioni in canoa sui mari del Pacifico riuniti in un gioiello in oro che proietta la propria sagoma sulla volta della chiesa, le parole di San Giovanni della Croce (che ritornano nel titolo), le teorie relativiste dello “spazio x tempo” (che troncate diventano “io x te”) racchiuse in due grandi quadri appesi alle pareti, i profili di due volti, uno maschile l’altro femminile, uniti in un vaso–campana ad indicare la fusione dei due principi vitali, la disposizione a quinconce di 72 elementi di porcellana colorata per sottolineare l’espansione all’infinito dell’universo sono gli elementi che compongono questa installazione costruita a partire dalla perpendicolare della porta di ingresso e sviluppata secondo una geometria rigorosa ed eccentrica.
L’installazione diviene allora il luogo fisico di riflessione sui differenti modi di orientarsi nel cosmo per attivare in trasparenza le possibili visioni del mondo che da esse derivano. Ma tutto ci dice la polidirezionalità (o la multidirezionalità) dei punti di vista e di fuga.
Dal 21 settembre al 13 ottobre la mostra seguirà i seguenti orari di apertura:
dal martedì al venerdì 17.00 – 19.30;
sabato, domenica e festivi 10.00 – 13.00 / 17.00 – 20.00;
lunedì chiuso.