Il Palazzo Ducale di Sassuolo presenta dal 19 settembre la prima ampia mostra antologica dedicata a Maurizio Mochetti (Roma, 1940) da uno spazio museale italiano.
L’esposizione, ideata dall’artista e curata da Germano Celant e Filippo Trevisani, presenta una visione articolata ed organica del suo percorso creativo attraverso una selezione di venticinque opere lungo un arco cronologico che va dal 1966 al 2002. Alcune opere sono state realizzate appositamente per l’occasione e l’intero allestimento è concepito in dialogo con le sale seicentesche, affrescate da Jean Boulanger, del Palazzo Ducale di Sassuolo. Trasformato in “Delizia Barocca” da Francesco I d’Este, a partire dal 1634 l’edificio diviene una vera e propria reggia su progetto dell’architetto ducale Bartolomeo Avanzini, che unifica la struttura originaria di castello con il rigore di uno stile unitario.
La mostra è allestita al Piano Nobile del Palazzo Ducale di Sassuolo e viene introdotta al piano terra e lungo lo scalone d’entrata da un aereo F 104 Starfighter rosso e da un modello in scala di una Ferrari realizzata in oro zecchino, sospesa sulle scale, un invito ad avventurarsi nella “dimensione mochettiana” sempre in bilico tra gioco ed erotismo.
Accedendo al Piano Nobile, a destra e a sinistra del lungo corridoio, due calchi di un gruppo scultoreo di Amore e Psiche del IV sec. d.C. sono posti su basi di travertino così da sollecitare il visitatore a paragonare la loro presunta identità. Idealmente, il percorso può proseguire indifferentemente verso l’una o l’altra direzione del corridoio, poiché il percorso espositivo non segue un ordine cronologico o storico, né tematico: l’unico criterio seguito da Mochetti è stato quello di appropriarsi dello spazio, ridefinendolo. Per questo alcune opere storiche tra cui Generatrice, 1968, Cilindro di luce, 1968, Asse oscillante, 1968, Travaso di luce, 1970 sono state progettate per gli spazi prescelti. Infatti sino dagli anni ’60, la progettazione delle opere ha costituito un elemento essenziale ed irrinunciabile del processo creativo dell’artista, che ne ha aggiornato l’esistenza secondo lo sviluppo del processo tecnologico.
In questa mostra l’artista invita a bordo dei suoi aerei o delle sue automobili per condurci in un viaggio alla velocità della luce, da quella artificiale fino al laser, nel tempo e fuori dal tempo. La destinazione è l’annullamento delle dimensioni spazio-temporali e la scompaginazione delle nostre capacità percettive: in un crescendo di immagini e di emozioni costantemente accompagnate da un rumore non identificato.
Altrove, attraverso due lastre di cristallo, potremo voyeristicamente poggiare lo sguardo sull’ultima fatica di Mochetti: il Bluebird, (1996) 2003. Un modello in scala (6 m. di lunghezza, con il paracadute aperto arriva a 12 m.) di automobile da record con motore a getto è posto sul pavimento della Sala Maggiore o dei Virtuosi d’Este: il motore è acceso, l’auto è ferma, il paracadute di frenata è aperto. Il Bluebird è un capolavoro di follia che coniuga il raffinato virtuosismo artigianale italiano alla tecnologia più sofisticata.
L’opera di Mochetti appartiene ad una dimensione diversa, ma parallela a quella della scienza e della tecnologia con le quali condivide la ricerca del nuovo e della conoscenza. Secondo la sua visione la dimensione dell’arte è uno spazio diverso in un tempo diverso, una dimensione così ampia da comprendere la memoria umana e la storia “ufficiale” dell’arte: “Il suo lavoro inizia dove Lucio Fontana si è fermato: al taglio fatto nella tela, l’ingresso in un altro spazio”.*
Dopo gli studi presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, Mochetti presenta in questa città la sua prima mostra personale nel 1968 alla Galleria La Salita. Partecipa a sei edizioni della Biennale di Venezia nel 1970, 1978, 1982, 1986, 1988, 1997; nel 1976 alla Biennale di Sydney (Australia), nel 1991 alla Biennale di Nagoya (Giappone) e nel 1998 alla Biennale di San Paolo (Brasile). La sua più recente personale si è svolta nel 2000 a Madrid presso il Centro Cultural del Conde Duque.
La mostra, nell’ambito del ciclo Progetto contemporaneo 2001-2003 curato da Filippo Trevisani, è promossa da Ministero per i Beni e le Attività Culturali – DARC, Soprintendenza per il Patrimonio, Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Modena e Reggio Emilia., Ministero della Difesa, Accademia Militare di Modena, Comune di Sassuolo ed è resa possibile dalla collaborazione di Regione Emilia Romagna, Provincia di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Assopiastrelle, Gruppo Ferrari Maserati.
Il volume monografico che accompagna la mostra, a cura di Germano Celant, è pubblicato da Skira e documenta il percorso creativo dell’artista dal 1966 al 2003, oltre a contenere le immagini delle opere presentate al Palazzo Ducale di Sassuolo.
* A. Mammì, “Art after Science-Maurizio Mochetti”, in «Artforum», vol. XXVIII, n.2, October 1989, pp.135-141
Coordinate della mostra
Titolo: Maurizio Mochetti
Curatori: Germano Celant e Filippo Trevisani
Inaugurazione: giovedì 18 settembre 2003 ore 17.30 (su invito)
Periodo: 19 settembre – 30 novembre 2003
Sede: Palazzo Ducale di Sassuolo, Piazzale della Rosa, Sassuolo (Modena)
Orari: sabato 15.00/18.00; domenica e festivi 10.00/13.00 e 15.00/18.00. Lunedì chiuso.
Ingresso: Adulti € 5,00. Ridotto € 4,00. Ragazzi € 2,00
Pubblicazione: Skira
Info: Comune di Sassuolo: Servizio Attività Culturali tel. 0536.1844770, www.comune.sassuolo.mo.it
U.R.P. tel. 0536.1844801; I.A.T. tel 0536.807371 (per prenotazione visite guidate)
Soprintendenza per il Patrimonio S.A. e D. di MO e RE tel. 059.4395711