Oltre l'universalismo

Per una critica del formalismo giuridico

  • venerdì 25 Gennaio 2002 - 17,30
Centro Culturale

La verità e la giustizia non si possono isolare da una forma di vita, non esistono forme pure e concetti astratti: la pretesa di ogni forma di razionalismo legato alla tradizione occidentale ha essenzialmente l’obiettivo di istituire gerarchie e poteri di uomini su altri uomini. Anche chi ha combattuto per la cosiddetta emancipazione degli oppressi o per il riscatto del lavoro ha in realtà accettato il terreno di coloro che dichiarano di voler combattere. La posta in gioco della lotta di classe è stata, infatti, il controllo dei mezzi di produzione, sul presupposto che signoria e servitù siano sempre dipendenti dall’economia, intesa come produzione e riproduzione dei mezzi per produrre la sopravvivenza e il consumo degli individui […]. Prima ancora di questa diseguaglianza (certamente da non sottovalutarsi) si trova il problema della creazione dei significati attraverso i quali ciascun individuo e ciascun gruppo si autorappresenta e si “identifica” rispetto ad altri significati, ad altre “tradizioni” di altri e diversi gruppi sociali. In realtà, i mezzi attraverso cui avviene l’identificazione sono altrettanto rilevanti dei mezzi di produzione, e forse si danno in una contestualità in cui è impossibile distinguere il prima e il dopo. Come ha dimostrato L. Dumont, l’individualismo radicale e l’idea moderna di libertà distruggono la comunità alla base della vita sociale e operano in profondità anche dentro la visione marxista e la lotta per l’emancipazione dei lavoratori proletari, rendendoli in pratica “subalterni” agli stessi significati che sono stati istituiti dalla rivoluzione borghese: l’accesso al benessere economico individuale. Dentro questa “visione” non è possibile un’altra autorappresentazione dell’individuo che non sia quella dell’homo faber e diventa impossibile ogni diverso modo di raccontare l’esperienza dello stare insieme degli uomini e delle donne non finalizzata alla pro-duzione e al consumo di merci.
(da P. Barcellona, Le passioni negate, Città aperta, Enna 2001, pp. 9-10)

Riferimenti Bibliografici


- H. Arendt, Vita activa, Milano 1988.*
- C. Castoriadis, L’istituzione immaginaria della società, Torino 1995.*
- L. Dumont, Homo aequalis 1, Milano 1984.*
- L. Dumont, Saggi sull’individualismo, Milano 1993.*
- M. Horkheimer e T.W. Adorno, Dialettica dell’illuminismo, Torino 1966.*

(*) I titoli contrassegnati con l'asterisco sono disponibili, o in corso di acquisizione, per la consultazione e il prestito presso la Biblioteca della Fondazione Collegio San Carlo (lun.-ven. 9-19)

Presso la sede della Biblioteca, dopo una settimana dalla data della conferenza, è possibile ascoltarne la registrazione.

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