Penelope

La tessitura del femminile nella Grecia antica

  • Eva Cantarella

    Professoressa di Diritto romano e Diritti dell'antichità - Università degli Studi di Milano

Festival Filosofia

Secondo Eva Cantarella attraverso i poemi omerici, significativi serbatoi di strutture antropologiche, istituzioni, pratiche culturali e sociali della Grecia antica, viene portata a termine una vera e propria tipizzazione della donna, di cui è interessante notare la sua sopravvivenza nel mondo occidentale fino quasi ad oggi. È possibile, infatti, individuare in Omero due grandi tipologie di figura femminile: da una parte le mogli, le fidanzate, le figlie, cioè le donne oneste, quelle che vengono sedotte, dall'altra parte le prostitute, le seduttrici, le irregolari. Questa bipartizione, all'interno di una "cultura della vergogna", come quella rappresentata dai poemi omerici, in cui non esistono divieti, ma modelli di comportamento, ha una funzione normativa nel definire figure positive da imitare ed esempi negativi da rifiutare. La sanzione per chi non si adegua ai modelli proposti consiste appunto nella vergogna non solo "interna", cioè come sentimento di inadeguatezza, ma anche e soprattutto "esterna", che coincide con la "voce popolare". In questo senso nella cultura omerica una persona non "è", ma "è detta", così come ad esempio Penelope, modello positivo di comportamento, non "è" fedele, ma "è detta" fedele. L'opposto di  questa figura femminile, bella quasi come una dea, obbediente, riservata e silenziosa è, invece, rappresentato da Clitennestra, adultera e addirittura assassina.
Molti altri sono i personaggi femminili presentati da Omero, come ad esempio quelli incontrati da Ulisse nel suo peregrinare, Circe, Calipso, e le Sirene. Queste figure, tutte appartenenti alla categorie delle "seduttrici", vengono presentate con gli stessi caratteri: vivono da sole, cioè senza il controllo di un uomo, amano cantare e scelgono i prati fioriti come luogo dell'eros, invece che il talamo, proprio dell'eros legittimo.  Questa tessitura del femminile, nata a livello di mentalità e di cultura, viene poi recepita dalla prima legislazione ateniese, che non prevede punizioni né per chi uccide l'uomo che viene sorpreso mentre ha rapporti sessuali con sua moglie, sua sorella, sua figlia o con una sua concubina libera, e né per queste donne, in quanto esse appartengono alla categorie delle "oneste", sedotte e non seduttrici. Attraverso i giuristi medievali questa idea che giustifica chi uccide per difendere l'onore della sua famiglia arriva fino al nostro Codice penale del 1930, e verrà abolita soltanto nel 1981.

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